I titoli del settore tecnologico continuano a essere i preferiti dagli investitori, e la scorsa settimana abbiamo assistito ancora una volta al decollo dell’intero comparto, con il Nasdaq Composite che ha messo a segno un rialzo del 9,2%. Si tratta del miglior incremento percentuale per l’indice dei tecnonologici degli ultimi 26 anni, cioe’ dal 1974.
Sospinto dai forti rialzi delle blue chips del settore – nomi come Intel (vedere INTC, quotazioni e grafici interattivi), Microsfot (MSFT), Yahoo! (YHOO), Cisco Systems (CSCO) e Qualcomm (QCOM) – il Nasdaq e’ salito in tutte e cinque le sedute della scorsa settimana, guadagnando alla fine 357 punti al nuovo record assoluto di quota 4.244.
L’incremento ha piu’ che riassorbito il brutto calo della settimana precedente, pari a 348 punti, che aveva portato l’indice dei tecnologici in rosso per l’anno, facendo parlare alcuni trader di ”correzione”. Adesso il profitto dall’inizio del 2000 per il Nasdaq e’ del 4,3%, ben al di sopra degli altri due principali indici, Dow Jones e Standard & Poor’s 500, in calo rispettivamente del 4,6% e del 3,1% da gennaio.
Circa il continuo rialzo del Nasdaq e’ chiaro ormai che gli investitori stanno cercando di far passare una tesi che per ora ha funzionato, anche se e’ il lungo termine che dovra’ rivelarne l’efficacia finale.
In sostanza, il settore tecnologico non sembra assolutamente toccato dal rialzo dei tassi deciso dalla Federal Reserve (quattro interventi consecutivi nell’ultimo anno sui feds funds, i tassi a breve, per un totale di 1 punto percentuale); incremento dei tassi che sembra invece cominciare a pesare sui titoli dei settori maturi del Dow Jones e dello S&P 500, come edilizia, auto, compagnie aeree, stritolati dai costi del lavoro.
Il Nasdaq anzi sembra non solo non essere toccato dalle ”strette” della Fed, ma ne beneficia pure, proprio perche’ gli investitori cercano titoli le cui prospettive di crescita sono relativamente immuni in uno scenario come l’attuale di progressivo irrigidimento della politica monetaria. Un vero e proprio ciclo virtuoso, dunque.
I risultato e’ una piu’ ampia divaricazione tra la Vecchia Economia e la Nuova Economia. Infatti un numero sempre piu’ alto di azioni langue in borsa quotato a price/earnings (rapporto prezzo utili) vicino a 10 o anche meno (cioe’ basso secondo gli standard storici) mentre le blue chips del Nasdaq volano sempre piu’ in alto con multipli che ormai superano quota 100; e’ il caso di titoli popolari tra gli investitori quali Cisco Systems (controllare il price/earnings digitando CSCO), Qualcomm (QCOM), Oracle (ORCL), Sun Microsystems (SUNW).
La crescita in borsa di queste azioni, come sa chi segue Wall Street da un po’ di tempo, e’ stata formidabile. Basti dir che Cisco Systems (CSCO), ha raggiunto venerdi’ scorso una capitalizzazzione di 423 miliardi di dollari (quasi 850mila miliardi di lire); il che ha portato il titolo a ridosso del ‘numero 2’ per capitalizzazione, la General Electric (GE), seconda a sua volta dopo la leader assoluta Microsoft (MSFT).