Dynamic pricing, prezzi che cambiano a seconda del giorno, dell’ora, della stagione o, addirittura dal potere d’acquisto presunto dell’acquirente. Parliamo di e-commerce, ovviamente, e di una pratica ancora piuttosto oscura (e agli albori) in Italia. Secondo una ricerca condotta da Metoda sull’Amazon tedesco sono emerse nel solo mese di aprile 2016 ben 3,4 milioni di modifiche di prezzo sugli articoli in vendita. Fra i fattori che incidono sull’asticella dei prezzi, come ricordato, c’è il giorno della settimana: dalle ricerche empiriche di Idealo, effettuate sul mercato dello shopping online nel Regno Unito, è emerso che, nella gran parte dei casi, acquistare a inizio settimana, piuttosto che nel weekend permette un risparmio fino al 18%. Il dato è stato estrapolato da un monitoraggio trimestrale di 7.642 in circa 12 categorie merceologiche; in 11 di quest’ultime, il lunedì è risultato più conveniente del week end.
In Italia la differenza non è altrettanto eclatante. La differenza registrata da Idealo in un’altra ricerca mostra discrepanze di prezzo contenute al 2%, anche se c’è da scommettere che sia solo una questione di tempo e che gli strumenti di controllo che i portali di e-commerce utilizzano per migliorare i propri profitti arriveranno anche da noi.
Tra i metodi più subdoli attraverso cui i mercati online più sviluppati riescono a spremere al meglio l’utenza c’è l’utilizzo dei cookies e del riconoscimento del browser utilizzato per intuire il potere d’acquisto del cliente e prezzare di conseguenza. Ad esempio, scrive il report di Idealo, chi si connette tramite dispositivi Apple viene facilmente identificato come un utente con maggiori capacità di spesa. L’unico modo per aggirare questo genere di profilazione è accedere tramite navigazione “in incognito” e disabilitare il cookies
Questo genere di accorgimento, assieme all’acquisto, ad esempio, il lunedì (magari di mattina) facilita il compito di acquistare al miglior prezzo possibile.
