Economia

I Brics puntano a sostituire il dollaro con una moneta unica

Oggi si apre a Johannesburg, in Sudafrica, il vertice dei paesi Brics, ossia Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Sicuramente uno dei piatti forti dell’incontro è la proposta di Luiz Inácio Lula da Silva, presidente del Brasile, di introdurre una moneta comune che possa permettere ai paesi Brics di non ricorrere al dollaro americano per effettuare gli scambi.

Questa nuova moneta unica dovrebbe permettere gli scambi tra i paesi come il Brasile e il Sudafrica, senza dover dipendere necessariamente dalla valuta di un paese terzo. Ma cerchiamo di entrare nel dettaglio.

Una moneta unica per i paesi Brics

L’idea lanciata dal presidente del Brasile è quella di introdurre una moneta unica alternativa al dollaro, che possa facilitare gli scambi tra Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. La proposta è stata lanciata in occasione del vertice dei paesi Brics, che si tiene da oggi 22 agosto 2023 a Johannesburg.

Lo scopo di questa moneta unica è quello di consentire maggiori scambi tra i paesi come Brasile e Sudafrica, senza necessariamente dipendere dalla valuta di un paese terzo.

La cooperazione tra i Paesi del sud del mondo è essenziale per affrontare le disuguaglianze, la crisi climatica e per un mondo più equilibrato ed equo – ha spiegato Lula -. Al vertice sono stati invitati più di 60 paesi, sia paesi africani, sia paesi che hanno fatto domanda per entrare a far parte dei Brics. Sono in programma sostanziali discussioni sul dialogo con gli stati del Sud del mondo.

Lula vorrebbe incorporare nei Brics anche altri paesi, come ad esempio Argentina ed Arabia Saudita. Stando ad alcune indiscrezioni la nuova valuta potrebbe chiamarsi R5, dalle iniziali delle cinque valute dei paesi che fanno attualmente parte dei Brics: real, rublo, rupia, renminbi e rand.

La fine del dominio del dollaro

Il sogno di introdurre una moneta unica che coinvolga i paesi Brics non costituisce una novità assoluta. È da tempo che Lula auspica la fine del dominio del dollaro statunitense nel commercio mondiale. Il presidente brasiliano sta spingendo perché la valuta dei Brics possa diventare la moneta di riferimento per gli scambi nei paesi emergenti.

Tra l’altro questo obiettivo è ampiamente condiviso da Pechino, che avrebbe intenzione di favorire un maggior utilizzo della propria moneta. Anche se nelle relazioni bilaterali stiano aumentando le transazioni in renminbi, la valuta cinese, almeno per il momento, non è ancora riuscita a diventare un vero e proprio rivale per il dollaro Usa. L’ipotesi lanciata da Lula è quella di pensare una nuova moneta unica.

Quali rischi, a questo punto, correrebbe il dollaro? Il lancio di una moneta unica da parte dei Brics potrebbe significare un crollo del dollaro. Robert Kiyosaki, co-fondatore di Rich Dad Company, ha spiegato che

Uno dei più grandi cambiamenti nella storia del mondo avverrà il 22 agosto 2023. Le nazioni Brics stanno tenendo una conferenza a Johannesburg per creare la propria valuta d’oro. Cosa significa questo per il dollaro Usa?

Il vertice dei paesi Brics

I paesi che fanno parte del gruppo Brics terranno il loro quindicesimo vertice dei capi di Stato e di governo a Johannesburg dal 22 al 24 agosto. Sono attesi il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, il presidente cinese Xi Jinping, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva e il primo ministro indiano Narendra Modi.

Il presidente russo Vladimir Putin non parteciperà di persona a causa di un mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra in Ucraina. Putin parteciperà virtualmente al vertice e sarà rappresentato a Johannesburg dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov.

L’espansione

I leader sono divisi sull’espansione del blocco con l’aggiunta di nuovi membri. Alcune divisioni riguardano i criteri di ammissione. Secondo il Sudafrica, oltre 40 paesi, tra cui Arabia Saudita, Iran, Emirati Arabi Uniti, Argentina, Indonesia, Egitto ed Etiopia, hanno espresso interesse ad aderire ai BRICS.

La Cina, la quale sta cercando di espandere la propria influenza mentre è in conflitto con gli Stati Uniti sul commercio e sulla geopolitica, sostiene l’espansione dei BRICS, mentre il Brasile è scettico. La Russia, sperando di superare il suo isolamento diplomatico sulla guerra in Ucraina, è ansiosa di accogliere nuovi membri, così come il Sud Africa. L’India è indecisa.

La banca

Si prevede inoltre che il gruppo discuta su come incrementare la raccolta fondi e i prestiti in valuta locale all’interno della Nuova Banca per lo Sviluppo (NDB), o la cosiddetta banca Brics.  secondo Enoch Godongwana, ministro delle finanze sudafricano, l’uso della valuta locale aiuterà a ridurre il rischio dell’impatto delle fluttuazioni dei cambi.

Ricordiamo, infatti, che il dollaro ha guadagnato rispetto alle valute dei mercati emergenti da quando la Russia ha invaso l’Ucraina e la Federal Reserve ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse per combattere l’inflazione all’inizio del 2022, rendendo il debito in dollari più costoso per quei paesi.

La moneta comune dei Brics: è un’idea imbarazzante

L’idea di una moneta unica per i paesi Brics ha aperto un forte dibattito tra gli analisti, che analizzano la proposta lanciata dal presidente brasiliano sotto molti punti di vista.

Jim O’Neill, ex economista della Goldman Sachs che per primo ha dato il nome al blocco Brics, ha criticato apertamente l’idea che le cinque nazioni collaborino per creare una valuta comune. O’Neill, nel corso di un’intervista rilasciata al Financial Times, ha spiegato di ritenere semplicemente ridicola l’idea di una moneta unica e si domanda se i cinque paesi arriveranno a creare una banca centrale Brics? Un’idea ritenuta quasi imbarazzante.

Sicuramente dedollarizzazione è l’ultima parola d’ordine che ha catturato l’immaginazione del mercato e si riferisce agli sforzi volti a minare il controllo del biglietto verde sul commercio globale promuovendo l’uso di altre valute. I sostenitori di questa idea sottolineano il fatto che la quota del dollaro nelle riserve globali è diminuita negli ultimi due decenni, anche se, secondo il Fondo monetario internazionale, costituisce ancora quasi il 60% delle riserve mondiali di valuta estera. O’Neill, nel corso dell’intervista, ha criticato il ruolo del dollaro nel dirigere i movimenti delle altre valute nel mondo.

Il ruolo del dollaro non è ideale per il modo in cui il mondo si è evoluto – ha spiegato -. Ci sono tutte queste economie che vivono su questa ciclica svolta senza fine di qualunque cosa la [Federal Reserve] decida di fare nell’interesse degli Stati Uniti.

O’Neill non vede un futuro in cui il renminbi, lo yen o l’euro possano superare la valuta statunitense ed ha aggiunto che nessuna di queste cose accadrà mai finché questi paesi non vorranno che le loro valute vengano utilizzate da persone in altre parti del mondo.