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Borsa di Hong Kong, un altro titolo collassa all’improvviso

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In quella che il Financial Times definisce “la sindrome da collasso azionario improvviso di Hong Kong”, un altro titolo ha subito un tracollo ‘monstre’ in una seduta.

Oggi è stata la volta di una società di Grace Vine. Martedì valeva 179 milioni di dollari Usa (1,4 miliardi di dollari locali), capitalizzazione resa possibile dall’IPO da 52 milioni di dollari di luglio. Poi è arrivato il calo del 74%.

A inizio settembre la stessa sorte era toccato a Shuang Yun Holdings, un gruppo che offre servizi per le infrastrutture stradali e il noleggio di macchinari. Da una capitalizzazione di 340 milioni di dollari, il titolo ha visto collassare dell’83% il prezzo da un giorno all’altro.

Il quotidiano finanziario parla di sindrome perché la Borsa di Hong Kong è piena di questi casi. Wuzhou International Holdings, agenzia di costruzione immobiliare, valeva 315 milioni di dollari prima che i titoli subissero un crollo dell’86% in una sola seduta lo scorso maggio.

I motivi alla radice dei cali in questo caso erano evidenti: i creditori hanno chiesto il rimborso anticipato e gli investitori hanno reagito liquidando le loro posizioni. Al momento le azioni sono sospese dalle contrattazioni.

Un altro caso analogo di “sindrome da collasso azionario improvviso” è quello di Hosa International, un gruppo cinese che produce costumi da bagno. La capitalizzazione di $450 milioni si è quasi azzerata dopo una flessione dell’89% in Borsa. Il titolo non è più tornato a scambiare.

Il fattore scatenante la pioggia di vendite è stato un report di Bonitas Research, secondo cui l’azienda aveva messo in piedi uno schema di frode per truccare i risultati di bilancio, gonfiando i ricavi nel 2016 e nel 2017 del 217%.

L’aspetto che accomuna i tanti casi sopra citati è che una volta collassati, i titoli di queste small-cap non si sono più ripresi.