Economia

Guerra Ucraina: Russia fuori dallo SWIFT, cosa significa

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Russia fuori dallo Swift, il sistema internazionale dei pagamenti bancari? Nel pieno dell’invasione russa all’Ucraina, la comunità internazionale si mobilita e tra le varie opzione sul tavolo per fermare la volontà del presidente Vladimir Putin di conquistare Kiev troviamo le sanzioni economiche.

Tra queste la più forte, da più parti ribattezzata un’arma nucleare a carattere finanziario, l’ipotesi di espellere la Russia dallo Swift, il sistema utilizzato da banche e istituzioni finanziarie per le transazioni internazionali. Ma l’esclusione delle banche russe dallo SWIFT, il sistema che mette in comunicazione istituti finanziari e bancari di paesi diversi e permette sostanzialmente di fare i pagamenti internazionali, ha delle conseguenze non solo per il Cremlino

SWIFT: cos’è e cosa significa

SWIFT è l’acronimo che sta per “Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunications”. Trattasi di un fornitore di servizi, con sede legale in Belgio che è stato creato nel 1973, con il compito di gestire gli ordini di pagamento raggruppando oltre 11 mila organizzazioni finanziarie e bancarie in oltre 200 paesi. Nel 2021 Swift ha registrato una media di 42 milioni di messaggi al giorno con un traffico cresciuto dell’11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

In sostanza il codice SWIFT è quello su cui viaggiano i messaggi con le istruzioni necessarie per trasferire i fondi: non il denaro vero e proprio, dunque, ma l’indirizzo a cui spedirlo. Il codice Swift è quello che vediamo quando disponiamo un bonifico.

Aderiscono al sistema SWIFT oltre 11mila istituti finanziari nel mondo, la maggior parte delle banche mondiali, e ad oggi di fatto tutto il sistema bancario internazionale dipende da questa rete perché è alla base di tutte le transazioni. Il codice SWIFT permette a ogni banca di verificare l’identità dell’istituto a cui invia o da cui riceve pagamenti, attraverso un codice alfanumerico collegato (BIC, Bank Identifier Code) che serve a identificare lo specifico istituto bancario a cui è destinato il pagamento.

Il sistema SWIFT inoltre collega banche che non hanno stretto accordi per comunicare tra loro, attraverso banche intermediarie. Così ad esempio si deve fare un pagamento verso una banca cinese con cui una banca italiana non ha un accordo commerciale, il sistema SWIFT trova una banca che faccia da tramite.

Le conseguenze per il Cremlino e gli altri paesi

Escludere un Paese dall’accesso alla piattaforma Swift implica l’escluderlo dall’intero sistema finanziario internazionale con conseguenze gravissime anche per la Russia le cui imprese non potrebbero più inviare denaro fuori dal Paese, e neppure riceverlo. Come ha scritto il New York Times, escludere la Russia dal sistema è considerata «l’opzione nucleare» delle sanzioni, perché di fatto escluderebbe il paese dal sistema finanziario internazionale e se fosse applicata senza eccezioni, la sanzione costringerebbe esportatori e importatori russi a trovare soluzioni alternative ai pagamenti.

Inoltre alcuni esperti sostengono che escludere la Russia dal sistema SWIFT potrebbe avvicinarla ulteriormente all’economia cinese, con conseguenze che danneggerebbero l’Occidente. Tra le soluzioni alternative per i pagamenti a cui potrebbero ricorrere le banche russe c’è infatti Cips (Cross-Border Interbank Payment System), un sistema cinese rivale di SWIFT.

Ma l’effetto boomerang è assicurato. Non solo per la Russia. Gravi contraccolpi ci sarebbero anche per  le istituzioni finanziarie occidentali coinvolte con l’economia russa. Tra le “vittime” illustri della possibile espulsione della Russia dallo SWIFT le banche europee che potrebbero perdere miliardi di dollari per crediti concessi ai russi che non verrebbero ripagati.

La possibilità di escludere la Russia dallo Swift divide la comunità internazionale Se gli Stati Uniti hanno già escluso di imporla, a spingere per l’esclusione della Russia dallo SWIFT è stato principalmente il primo ministro britannico Boris Johnson.

Il premier inglese ha annunciato che la Gran Bretagna “metterà al bando tutte le banche russe dal mercato finanziario della City così come la compagnia aerea Aeroflot“ e imposto sanzioni ad altri 100 fra individui, entità e società russe. Annunciate pure misure per limitare i capitali depositabili da cittadini russi in conti bancari nel Regno. Tra gli individui colpiti c’è Denis Bortnikov, vicepresidente della banca statale russa Vtb e Kirill Shamalov, il più giovane miliardario russo, ex marito della figlia di Putin. Non viene interessata da sanzioni Sberbank, prima banca russa con una quota di mercato di oltre il 30%

Ad essere contrario invece il cancelliere tedesco Olaf Scholz e anche, secondo le ricostruzioni, il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. “La Russia fuori da Swift “è l’ultima opzione, ma è una opzione sul tavolo” ha infine sottolineato il ministro delle Finanze Francesi Bruno Le Maire arrivando a Bercy per le riunioni dell’Eurogruppo e dell’Ecofin.