
Nell’avanzata russa in Ucraina, Mosca ha preso il controllo dell’area della centrale nucleare di Chernobyl, teatro del più grande disastro legato al nucleare della storia, primato poi tristemente affiancato da quello di Fukushima nel 2011. Lo ha confermato la presidenza ucraina, spiegando che è ora impossibile dire se la centrale è al sicuro.
La presa della centrale è arrivata dopo una violento combattimento, per quanto riferito dal consigliere presidenziale ucraino Mykhaylo Podolyak, secondo il quale, almeno in un primo momento, è stato difficile capire che tipo di obiettivo rappresentasse la centrale per i russi “è stato un attacco assolutamente privo di senso”, ha spiegato. Ma questo forse a meno da non ipotizzare che i russi non vogliano utlilizzarla come una sorta di “arma”. “È una dichiarazione di guerra contro l’intera Europa” ha spiegato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky.
Allarme AIE: “massima moderazione”
Per ora non ci sono notizie su eventuali danni ai reattori o al magazzino delle scorie nucleari, ma secondo Igor Novikov, ex consigliere del presidente Zelenski, la minaccia deve essere presa assolutamente sul serio. Tanto più che alcuni fisici nucleari, nel maggio scorso, avevano alzato l’attenzione nei confronti della vecchia centrale dove il reattore 4 (teatro della principale esplosione nel 1986) aveva dato segni di risveglio sotto l’impressionante sarcofago che riveste la centrale per evitare fughe radioattive.
“Sul territorio dell’Ucraina ci sono 15 reattori nucleari attivi e scorie nucleari a Chernobyl: un colpo di mortaio e tutti in Europa si trovano ad affrontare una grave catastrofe nucleare, non è solo una questione ucraina è un grave pericolo per tutta l’Europa” ha spiegato Novikov ad Al-Jazeera.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha chiesto di esercitare la “massima moderazione” per proteggere i siti nucleari in Ucraina, in seguito alla notizia dei combattimenti intorno a Chernobyl. . L’Aiea, riferisce Bbc News online, afferma di essere stata informata dalla sua controparte ucraina che mentre le forze russe hanno preso il controllo dell’ex impianto nucleare, non sono state segnalate vittime o distruzioni. Il direttore generale Mariano Grossi ha affermato che e’ “di vitale importanza” che le operazioni degli impianti nucleari nella zona di esclusione di Chernobyl “non siano in alcun modo alterate o interrotte”.
Chernobyl: la città fantasma
Era il 26 aprile 1986 quando il mondo si accorse di Chernobyl. Quella notte un’esplosione al reattore numero 4 della centrale nucleare, tra le località di Prypiat e Chernobyl, al confine tra l’Ucraina e la Bielorussia e a soli 130 km da Kiev, provocò quello che venne definito
L’incidente sprigionò nell’atmosfera tonnellate di scorie radioattive e causò direttamente la morte di circa 30 persone, ma si stima che nel tempo le vittime siano state migliaia a causa delle malattie provocate dai radionuclidi.
Prypiat contava 45.000 abitanti e fu evacuata solo il giorno dopo con centinaia di bus: oggi è una città fantasma come anche Chernobyl che non conta abitanti fatta eccezione per gli operai che ancora controllano “il mostro”: ovvero quel che resta del reattore numero 4, che 3 anni fa è stato racchiuso in una gigantesca cupola d’acciaio, uno scudo protettivo da 36.000 tonnellate chiamato New Safe Confinement, che dovrebbe limitare le fughe radioattive per almeno un secolo.