
Fonte: Getty Images
Una nuova ondata di tensioni commerciali, scatenata dalla Casa Bianca con l’introduzione di dazi punitivi nel giorno simbolico del Liberation Day, rischia di colpire duramente un’economia globale già fragile. A lanciare l’allarme è il Fondo Monetario Internazionale, che nella sua ultima edizione del World Economic Outlook ridisegna al ribasso lo scenario della crescita mondiale.
Pil globale sotto il 3%: segnale preoccupante per il biennio 2025-2026
Il FMI prevede una crescita del PIL mondiale al 2,8% nel 2025 e al 3% nel 2026, rivedendo al ribasso le stime precedenti di quasi un punto percentuale. Uno scenario che, storicamente, ha anticipato fasi recessive importanti, come nel 2008 e nel 2019.
Anche per l’Italia le prospettive sono tutt’altro che rosee. Il Fondo ha tagliato le previsioni di crescita del PIL al +0,4% nel 2025 e +0,8% nel 2026. L’inflazione dovrebbe restare contenuta (1,7% nel 2025 e 2% nel 2026), mentre il tasso di disoccupazione è atteso in lieve crescita al 6,7%.
Ma in Europa lo scenario è frammentato. Mentre la Germania resta al palo con una crescita nulla nel 2025, la Spagna sorprende: il suo PIL crescerà del 2,5% quest’anno e dell’1,8% nel 2026. Un esempio virtuoso di resilienza, secondo il FMI. L’economia americana invece frena bruscamente: +1,8% nel 2025, con il rischio recessione che sale dal 25% al 40%.
Qual è la ricetta del Fondo per uscire dalla crisi?
Il FMI invita i governi ad agire con prontezza. Serve una combinazione di politiche fiscali responsabili, investimenti mirati in innovazione e transizione verde, e soprattutto una maggiore cooperazione internazionale per evitare una nuova escalation di tensioni commerciali. Il messaggio è chiaro: senza un cambio di rotta, la storia potrebbe davvero ripetersi.
“Sebbene le nostre stime continuino a indicare una crescita globale, tutte le regioni sono impattate in modo negativo dalle tariffe donagali quest’anno e il prossimo e il processo disinflazionistico prosegue ma a un ritmo più lento”. Lo ha detto il capo-economista del Fondo Monetario Internazionale Pierre-Olivier Gourinchas in conferenza stampa a Washington per la presentazione del nuovo World Economic Outlook. “In questo clima è fondamentale prudenza e collaborazione, in primo luogo per restaurare le regole del commercio internazionale. La politica monetaria inoltre deve essere agile e pronta a reagire come appropriato. In quest’ottica l’indipendenza delle banche centrali rimane fondamentale”.