Economia

Guerra, aumenta la spesa per la difesa in Europa con la spinta della Nato

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Un aumento del 20% sulle spese per la difesa in Europa, dal 1999 al 2021, è questo che ha quantificato la Commissione Europea. Un rialzo spinto principalmente dalla view strategica della Nato. Mentre contestualmente si sono registrate crescite esponenziali negli investimenti fatti da parte dei principali attori della scena globale nel medesimo arco temporale (+66% per gli USA, + 292% per la Russia e +592% per la Cina). Vediamo tutto nell’analisi.

Gli investimenti europei

In particolare, la guerra in Ucraina ha scatenato un aumento della spesa militare dei Paesi Nato, con il 2,2% di incremento reale tra il 2021 e il 2022, e l’Italia che sfiora il +7% in termini assoluti. La stragrande maggioranza dei Paesi dell’Alleanza Atlantica, però, non ha ancora raggiunto il controverso obiettivo del 2% del Pil, perché ogni decimo di percentuale in più significa ulteriori miliardi di euro da togliere a sanità, ambiente e spesa sociale. E il conflitto in atto con Mosca sta facendo lievitare i bilanci per le spese militari dei Paesi del vecchio continente.

La spinta della Nato

Nonostante il trend rialzista, già a fine gennaio il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha cominciato a parlare di “un nuovo obiettivo per la spesa per la difesa”. La decisione finale sarà presa al vertice di luglio a Vilnius, ma intanto è stato introdotto il concetto che il 2% deve essere considerato la soglia minima. “È ovvio che dobbiamo spendere di più”, ha ribadito il segretario generale a metà febbraio. Una mossa per mettere sotto pressione i Paesi rimasti sotto l’obiettivo Nato. Non a caso, dopo aver comunicato che la spesa militare italiana è ferma all’1,38% del Pil, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha lanciato l’allarme: se il nostro Paese non cambierà marcia, ha ammonito mentre illustrava al Parlamento le linee programmatiche del suo dicastero, “saremo i Pierini della Nato, gli unici a non raggiungere l’obiettivo del 2%, quando altri parlano già di 3% o 4%”.

L’alleanza militare

Altro fattore rilevante è l’alleanza militare strategica tra UE e Nato stessa. A gennaio è stati infatti firmato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel e dal segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, il nuovo accordo di cooperazione in 14 punti arriva quasi un anno dopo che la Russia ha lanciato la sua invasione su larga scala dell’Ucraina lo scorso febbraio. La guerra della Russia contro l’Ucraina ha avuto due conseguenze non volute: Ha rafforzato entrambe le nostre organizzazioni, l’UE e la NATO, e ci ha avvicinato”, ha commentato Michel.