Economia

Guerra aperta sui tagli ai fondi Ue. Al via il summit

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Bruxelles – Scorrerà lungo due direttorie strette il summit dei leader dei 27 che si apre oggi a Bruxelles. L’Europa in cerca di direzione dovrà spianare il percorso “per ricostruire la stabilità e la prosperità“. E’ nel messaggio che ha lanciato il presidente della Commissione Ue, José Barroso, davanti all’Europarlamento, che si gioca questa due giorni di intense riunioni. Qualcuno ha già anticipato: “Continuerà nel fine settimana”. Non è, infatti, una partita che si gioca sul velluto. Dovrà essere trovata l’intesa sul bilancio che l’Unione europea avrà a disposizione per i prossimi sette anni.

Tutti i paesi hanno scaldato i muscoli per quella che si annuncia una guerra negoziale a geometria variabile combattuta a suon di tagli. Li ha chiesti a voce il Regno Unito. Secondo quanto si legge sul Financial Times il premier inglese David Cameron sarebbe pronto a tagliare la spesa di 940 miliardi di euro per il budget dal 2014 al 2020, anche se da giorni proclama il suo desiderio di contenere i costi europei al livello del 2011 (886 miliardi di euro) e difende lo sconto sul contributo del Regno Unito, ottenuto nel 1984 da Margaret Thatcher.

La posizione di Cameron non è isolata: 7 dei maggiori contribuenti Ue, ossia Austria, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Paesi Bassi e Svezia, chiedono come lui tagli al bilancio. Mentre Italia e Portogallo hanno minacciato di bloccare l’accordo, se sarà considerato sfavorevole.

La Commissione ha messo sul tavolo una proposta che prevede tagli per 80 miliardi nella politica agricola comune e nei fondi di coesione divide. L’Italia, secondo le stime, perderebbe 4,5 miliardi solo sulla Pac e vedrebbe un’importante riduzione dei finanziamenti per il Mezzogiorno. I tecnici Ue sono pronti allo scenario peggiore: un bilancio definito anno per anno a maggioranza qualificata. Un sistema infernale che, spiegano a Bruxelles, non converrebbe a Londra perché basato sulla spesa attuale, più alta rispetto ai tagli proposti dal presidente Ue, Herman Van Rompuy.