Non sembra esserci un esito scontato per le elezioni di questo fine settimana in Grecia. Enorme frammentazione politica che vede la caduta dei due principali partiti (Pasok e Nuova Democrazione) e il crescente consenso ottenuto dai partiti più marginali. Perché? Gran parte si oppone alle forti misure di austerità volute dalla comunità internazionale, è contraria all’euro e ai programmi di salvataggio messi in atto dall’Unione europea e dal Fondo Monetario Internazionale. Secondo gli ultimi sondaggi Pasok e Nuova Democrazia dovrebbero riuscire a raccogliere qualcosa come il 30%-35%.
Nella tabella stilata dal team ricerca economica di Credit Suisse (di fianco), riportati i vari partiti con le percentuali secondo l’ultimo sondaggio e con il programma che si propongono di seguire. Gli analisti della banca svizzera differenziano i risultati delle elezioni in tre possibili scenari:
Scenario 1: coalizione Nuova Democrazia – Pasok. Lo scenario più probabile di tutti secondo Credit Suisse, contrariamente a quanto annunciato nel pre-elezioni. Sarebbe tuttavia una coalizione debole, che dovrebbe continuare a portare avanti i programmi Ue-Fmi, non senza difficoltà, a causa della visione differente della gestione pubblica. Sarebbe un governo fragile la cui stabilità sarebbe determinata direttamente dall’andamento dell’outlook economico e dagli sviluppi che porteranno le riforme.
Scenario 2: coalizione più ampia, con la partecipazione di altri partiti. Oltre ai due precedentemente citati, altri minori potrebbero aggiungersi per rafforzare la stabilità del governo. Si tratterebbe della Sinistra Democratica e dell’Alleanza Democratica. L’apertura verso questi partiti porterebbe però a una minore flessibilità, visto che i programmi politici sono diversi e ci potrebbero essere chiari problemi nell’adattamento delle riforme e sul da farsi.
Scenario 3: nuove elezioni. In caso non ci sia volontà/capacità da parte dei partiti di formare una coalizione, seguiranno nuove elezioni. Questo sarebbe catastrofico per la Grecia, almeno nel breve periodo, con i mercati che si chiederebbero sull’implementazione delle nuove riforme e sull’uscita o meno del paese dall’euro.
I pericoli sono dietro l’angolo, considerando cosa succederebbe in caso di instabilità e in caso la Grecia smetta di seguire le linee guida imposte dalla comunità internazionale.
“Se la Grecia non dovesse rispettare i suoi impegni, crediamo sia possibile che il Fmi e l’Ue si rifiutino di pagare la prossima tranche di aiuti”, specifica in una nota il team ricerca economica di Ubs. “Si precisa, sembra essere improbabile che i pagamenti verranno bloccati del tutto, al massimo subiranno uno stop temporaneo, in attesa che Atene faccia fronte alle richieste. Tuttavia questo porterebbe a forti tensioni nel mercato e il governo potrebbe finire il contante a disposizione, dunque non riuscendo più a pagare salari e pensioni. Se questo fosse il caso, molto probabilmente seguiranno delle proteste popolari forti”.