Siena – Tassi di interesse: giornata ancora volatile quella di ieri per i mercati dell’area Euro. Dopo un’apertura caratterizzata da un forte rialzo del tasso decennale spagnolo e dallo spread francese, guidato dall’attesa per le emissioni di Madrid e Parigi, la seduta ha visto un ridimensionamento degli spread e dei cali dei listini azionari.
La Spagna ha collocato 3,5Mld€ del nuovo titolo decennale (a fronte di un massimo ipotizzato di 4Mld€) ad una tasso prossimo al 7%. Migliore è stata invece l’asta francese che ha visto collocare titoli per un ammontare prossimo alla soglia massima offerta. Il restringimento degli spread sui periferici potrebbe essere da attribuire ancora una volta all’intervento della Bce.
Secondo il giornale tedesco Faz, il consiglio della Bce avrebbe raggiunto un accordo sul limite massimo settimanale di 20 Mld€ per gli acquisti di bond governativi, nonostante le critiche di Germania, Austria, Olanda e Lussemburgo.
I depositi presso la Bce sono saliti a circa 231Mld€ da 216 del giorno precedente. Secondo Draghi l’aumento dei depositi riflette la limitata attività interbancaria.
Questa mattina lo spread italiano si colloca in prossimità dei 500pb, quello francese intorno a 175pb.
La Cancelliera Merkel ha dichiarato che nel prossimo consiglio europeo fissato per il 9 dicembre intende mettere in agenda il tema di un cambiamento dei trattati europei. Ha rifiutato l’ipotesi francese di utilizzare la Bce come strumento anticrisi, ma ha aggiunto che l’Europa deve trovare un accordo sui dettagli per l’Efsf.
L’agenzia di rating Fitch ha dichiarato che il nuovo governo italiano si dimostrerà credibile nel perseguire le riforme fiscali e strutturali, anche se il Bel paese è già in recessione. Relativamente al suo rating (A+ con outlook negativo) l’agenzia ha precisato che lo abbasserebbe (portandolo al livello più basso dell’investment grade) solo in caso di impossibilità per l’Italia di finanziarsi sui mercati. Tale scenario tuttavia non è considerato quello base.
Secondo quanto riferito a Reuters da alcuni funzionari dell’area Euro, la Bce ed il Fmi avrebbero discusso della possibilità che la Banca centrale conceda dei prestiti al Fmi che sarebbero poi usati dal Fmi per finanziare paesi dell’area in difficoltà. Il Fmi ha dichiarato che non presterà alla Grecia la prossima quota di aiuti (2,2Mld degli 8Mld€ che il governo greco chiede entro metà dicembre) fino a quando non ci sarà un supporto politico all’interno del paese.
Il presidente della Banca Mondiale, Zoellick, ha dichiarato che i paesi come gli Usa o la Cina potrebbero essere interessati a supportare l’Europa nel momento in cui i politici troveranno un accordo per la risoluzione della crisi.
Secondo il giornale greco Kathimerini, la finanziaria per il 2012 della Grecia, che oggi sarà presentata al consiglio dei ministri, includerà l’ipotesi di swap sul debito, con un risparmio su interessi stimato fino a 4,5Mld€.
Negli Usa tassi di mercato in calo sul comparto a lungo termine a fronte della continuazione del rialzo dei tassi di mercato monetario dove il Libor a tre mesi ha segnato il livello massimo da 4 mesi. Quest’ultimo andamento riflette l’impatto potenziale della crisi in area Euro sul mercato dei prestiti in dollari, alimentando l’aspettativa di alcuni analisti di una possibile riduzione del costo della linea di swap in dollari attivata dalla Bce. La scorsa operazione ad una settimana si è conclusa infatti con tassi pari all’1,08%, a fronte di quotazioni del tasso Libor per lo stesso periodo pari a circa 0,19%.
I listini azionari hanno chiuso in marcato calo, complici diversi fattori: l’incertezza del’evoluzione sia della crisi in area Euro sia dei negoziati sulla riduzione decennale del deficit da parte del cosiddetto super-comitato la cui decisione finale è attesa a metà della prossima settimana.
Sul fronte Fed, Dudley, presidente della Fed di New York e membro votante permanente, si è espresso a favore di un ulteriore piano di acquisti di bond privilegiando il comparto dei titoli con sottostante mutui, nel caso di peggioramento del quadro macro. Sul fronte paesi emergenti, da segnalare il rialzo del rating del Brasile (da BBB- a BBB) da parte di S&P.
Valute: nella giornata di ieri l’euro ha continuato a muoversi all’interno della fascia 1,34-1,3550 senza offrire segnali di direzionalità. Nonostante le forti tensioni, la valuta unica è comunque riuscita a mantenersi sopra il supporto a quota 1,34, il che fa ben sperare per un eventuale rialzo nei prossimi giorni.
Yen giapponese in lieve apprezzamento vs dollaro con il cross sceso sotto soglia 77 vs dollaro. Verso euro il cross si muove all’interno della fascia 103,40-104,30, in linea con l’andamento dell’euro/dollaro.
Materie Prime: ieri l’indice GCSI ha registrato la peggior performance da circa 2 mesi, segno che la domanda di materie prime risente delle tensioni economiche globali. Solo cacao (+3,6%) e gas naturale (+2%) chiudono in segno positivo.
Per tutti gli altri titoli si registrano vendite, con il greggio Wti (-3,7%) che ritorna sotto i 100$/barile e l’oro(-3%) che ritraccia verso quota 1.720 $/oncia, nonostante il WGC abbia segnalato che la domanda globale è cresciuta del 6% nel 3° trimestre e che la domanda da parte delle banche centrali nel 2011 è ai massimi da 40 anni. Forti cali anche per agricoli e metalli industriali.
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