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Grecia e troika: qual è la verità?

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Siena – Tassi di interesse: la notizia sull’accordo tra governo greco e Troika, arrivata in tarda mattinata, ha riportato gli acquisti sui listini azionari. Il ministro delle finanze greco ha infatti informato il parlamento che è stato raggiunto un accordo tra il governo e la Troika su tutto il programma di riforme da 13,5 Mld€. Le misure potrebbero essere sottoposte al parlamento entro fine settimana con l’obiettivo di ottenere l’approvazione entro il 12 novembre. Il ministro delle finanze inoltre ha annunciato di aver ottenuto più tempo per raggiungere gli obiettivi di bilancio. Non è stata però specificata la lunghezza dell’estensione.

Ricordiamo che la Grecia aveva richiesto un’estensione di due anni ovvero dal 2014 al 2016. Senza l’estensione, secondo il ministro, il piano sarebbe dovuto essere da 18,5 Mld€. Su questo punto però è arrivato un freno da Germania, Commissione europea e Bce. Il portavoce della Merkel ha precisato di essere in attesa del rapporto della Troika e di non voler commentare quanto riportato dalla stampa. Allo stesso tempo il portavoce del Commissario agli Affari Economici e Monetari Rehn ha precisato non c’è ancora alcun accordo.

Sulla stessa linea Draghi, pur sottolineando che sulla Grecia sono stati fatti progressi. Le dichiarazioni hanno contribuito a mantenere pressoché fermi gli spread. Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt l’intesa tra Grecia e Troika riguarderebbe un’estensione di due anni della tempistica concessa alla Grecia per il raggiungimento degli obiettivi di bilancio. Inoltre sarebbe accompagnata da un ulteriore prestito di 20Mld€, con ufficializzazione attesa nell’eurogruppo del 12 di novembre e necessità di approvazione del parlamento tedesco.

Il presidente della Bce, Draghi, nel suo intervento alla commissione bilancio del Parlamento tedesco ha difeso il programma di acquisto di bond (Omt), precisando che non comporterà un aumento dei prezzi al consumo, aggiungendo anzi che al momento in alcuni paesi i rischi maggiori sono piuttosto di un calo.

L’Omt, secondo Draghi, non comprometterà l’indipendenza della Bce e non condurrà ad aiuti finanziari ai governi. Sul fronte macro segnaliamo il calo della componente corrente dell’indice Ifo di ottobre scesa ai minimi degli ultimi due anni e mezzo, mentre quella prospettica è rimasta ferma al livello del mese scorso.

Negli Usa borse in calo nelle ultime ore di contrattazione, erodendo i guadagni di inizio giornata inizialmente supportati da segnali di lieve recupero del comparto manifatturiero cinese e da nuove indicazioni di miglioramento del settore immobiliare, con le vendite di nuove case a settembre al livello massimo da due anni.

A fine serata la Fed ha confermato quanto già dichiarato nel meeting di settembre: la crescita è moderata malgrado i segnali di ripresa dall’immobiliare. Se il mercato del lavoro non migliorerà in modo significativo la Fed è pronta ad ampliare il piano di acquisto di bond.

Per la settima volta consecutiva Lacker è risultato dissenziente sia sul piano di acquisti sia sull’orizzonte temporale (almeno fino a metà 2015) nell’arco del quale la Fed manterrà i tassi fermi. L’attenzione ritorna oggi sia sui dati macro (in particolare gli ordinativi di beni durevoli) sia sul fronte trimestrali, con questa sera i dati di Apple.

Valute: il cross euro vs dollaro dopo essere sceso in area 1,29 in seguito alla pubblicazione dell’indice Ifo tedesco, si è riportato in area 1,30 dopo le voci di un accordo sull’estensione dei tempi alla Grecia. Il livello di supporto si colloca ad 1,292, mentre quello di resistenza 1,307. Yen ai minimi da 4 mesi vs dollaro (oltre soglia 80) sulle attese di ulteriori misure espansive in arrivo dalla BoJ. Lo yen è stato penalizzato anche dal buon andamento del listino azionario nipponico. La valuta nipponica si sta deprezzando stamani anche verso euro con il cross poco sotto la resistenza collocata a 104,60. Nuovo record dal 1993 per lo yuan cinese vs dollaro.

Materie Prime: settima sessione consecutiva di ribasso per il Brent, in calo anche il Wti che ha temporaneamente toccato i minimi da oltre 3 mesi sotto gli 85$/b. Il petrolio è stato penalizzato dalle scorte Usa salite ai massimi dal 1982 per l’attuale periodo dell’anno. Andamento misto per i metalli industriali, lieve calo per i preziosi. Tra gli agricoli in evidenza il grano con un rialzo di poco inferiore al 2% sulla scia della domanda europea in crescita e delle scorte ai minimi da 14 anni.

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