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Goldman Sachs: svolta nel risanamento delle banche italiane

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Il secondo trimestre del 2017 ha posto una “pietra miliare in termini di market repair per le banche italiane”: a scriverlo è l’ultimo report di Goldman Sachs sulle banche italiane, il cui ritorno sul patrimonio netto tangibile (Rote) è cresciuto del 10% grazie ai “grossi guadagni realizzati dalle banche più grosse per via delle loro acquisizioni delle banche in difficoltà”.

Il fronte dei Npl delle banche italiane vede aumentare le cessioni “in particolare per Unicredit che “ha chiuso l’operazione Fino e Mps  la vendita di 26 miliardi di euro” e “Banco Bpm [che] ha annunciato la vendita del suo business di asset management con 0,8 miliardi di euro di plusvalenze”.

Goldman Sachs, dopo aver incorporato nelle stime i risultati del secondo trimestre dell’anno ha abbassato gli utili per azione medi (2018-2021) del 4%; mentre i prezzi obiettivo per il settore delle banche italiane crescono del 4% come risultato del dell’abbassamento del costo del capitale proprio (Coe) su Ubi, Bper e Bbpm.

Titolo per titolo, i target price delle singole banche italiane passano per Bper da 5,10 a 4,80 euro (neutral), mentre crescono quelli di Ubi da 3,24 a 3,40 euro (neutral), di Intesa Sanpaolo  da 3,10 a 3,20 euro ( neutral), di Unicredit  da 21,70 a 22,50 euro (buy) e di Banco Bpm  da 3,20 a 3,70 euro (buy). Per quanto riguarda gli e Eps attesi a fine 2017 spicca l’incremento nelle stime segnato da Ubi: +162%.

Secondo quanto scrive la banca d’affari americana il titolo Unicredit, scambiato ancora a sconto nei confronti dei titoli dello stesso comparto europeo, è ancora da giudicare con un rating di ‘Buy’ con “potenziale verso l’alto significativo per il prezzo”, in base a una valutazione dei multipli.