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Goldman Sachs: “pericolo di crash come nel 2007”

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NEW YORK (WSI) – Il mercato delle opzioni manda segnali di allarme: secondo gli analisti di Goldman Sachs c’è il rischio che si verifichi un crash delle Borse come nel 2007.

Deutsche Bank è stata la prima banca a prevedere che l’utile per azione complessivo in Usa non crescerà nel 2015. Ciò implica che l’unico spazio per correre ancora per l’S&P 500 viene dall’espansione dei multipli alimentata dalle droghe della Fed.

Le prospettive economiche sono quelle che sono – buone ma non eccelse – e fatturato e utili societari vanno a intermittenza. Più si va avanti e meno seguono l’andamento dell’azionario (come si vede bene nel grafico a fianco). La divergenza tra stime dell’economia reale, previsioni sugli utili societari, e andamento delle Borse, si sta ampliando sempre di più.

I prezzi dei contratti di opzione put e del rapporto tra prezzo e previsioni sugli utili si apprestano a vivere un momento epico di decoupling.

Goldman segnala l’aumento dei prezzi dei contratti put sull’azionario, che potrebbe essere un indice di correzione sostanziale dle mercato. “È all’orizzonte, nonostante i prezzi dei contratti put a breve termine siano bassi, il che suggerisce che il crash non si manifesterà subito”.

Inoltre l’insolito legame stretto tra il costo della protezione put OTM (out of the money) e gli spread dei CDS (i contratti di default swap che servono per proteggersi contro un eventuale default) sta per rompersi del tutto. Il mercato dei Cds non sembra infatti scontare lo stesso tipo di nervosismo e scenario negativo come sta invece accadendo al mercato delle opzioni.

Tale fenomeno – che gli spread dei CDS non ricalchino l’andamento del mercato delle opzioni put – è un indice di paura sui mercati, secondo gli analisti.

Nove mesi fa i prezzi delle opzioni put erano sottovalutati rispetto agli spread del mercato dei CDS per le società quotate sull’S&P 500. L’incremento dei prezzi delle opzioni put ha più che compensato l’anomalia.
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Nello stesso periodo i differenziali dei CDS non si sono pressoché mossi. Ciò significa che l’incremento dei prezzi delle opzioni put non è dovuto al tentativo di investitori istituzionali e società finanziarie di ripararsi nel caso di un evento negativo. Perché altrimenti avremmo visto anche un allargarsi degli spread dei CDS.

Per opzione OTM si intende quella per cui il prezzo di esercizio è inferiore (nel caso del contratto ‘put’) al prezzo dell’attività sottostante. La differenza tra il prezzo del sottostante e lo strike price è perciò negativa.

(DaC)