Società

Gilet Gialli e M5S: tante similitudini e l’endorsement di Di Battista

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Se uno volesse descrivere il MoVimento 5 Stelle in poche parole, utilizzerebbe probabilmente espressioni come lotta per la giustizia sociale, anti-establishment e democrazia diretta. Le prime due sono caratteristiche che il M5S condivide con il collettivo dei Gilet Gialli, movimento esploso in Francia il 17 novembre in segno di protesta contro il rialzo delle accise sul carburante.

Presto il movimento, che si auto definisce apolitico e asindacale, si è allargato e ha contagiato una fetta sempre più ampia della popolazione francese. Il problema, un po’ come avvenuto praticamente dieci anni fa con il MoVimento 5 Stelle confondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, è che manca un leader politico. Almeno il M5S ha sempre avuto il suo leader carismatico (Grillo), ai Gilet Gialli manca anche quello per il momento.

I rischi sono dunque due: che al momento della creazione di uno statuto e di un regolamento, si vada incontro a una deriva autoritaria di qualche singolo, oppure che il movimento di natura anarchica diventi una sorta di insieme di tante assemblee con ideologie diverse ma senza una linea comune. Per ora ad accomunare e tenere unito il movimento nelle sue diverse sfaccettature sono le proteste contro la perdita di potere d’acquisto delle classi sociali più deboli.

E il movimento francese potrebbe contagiare anche altri paesi. In Germania i ferrovieri stanno scioperando indossando anche loro simbolicamente i gilet gialli. In Italia è arrivato l’endorsement di diverse fazioni politiche e organizzazioni. Il quotidiano economico Les Echos si chiede se il movimento francese rappresenta più un “remake della farsa italiana” oppure “una nuova forma di rivolta sociale post-democratica?“.

"Meglio Beppe Grillo che la rivoluzione in strada! Per fortuna che c'è lui", confidava un grande banchiere italiano nel 2013 all'indomani della prima grande vittoria elettorale del M5s, riferendosi al fatto che il leader carismatico del M5S avesse canalizzato la rabbia degli italiani in un movimento democratico, talvolta violento a parole ma sempre pacifico nei fatti (Photo by Jeff J Mitchell/Getty Images)
“Meglio Beppe Grillo che la rivoluzione in strada! Per fortuna che c’è lui”, diceva un banchiere italiano nel 2013 all’indomani della prima grande vittoria elettorale del M5s (Photo by Jeff J Mitchell/Getty Images)

Rabbia antisistema

La cosa certa è che il movimento di protesta ha caratteristiche inedite per la Francia, ma che l’Italia ha sperimentato già da qualche anno. Nel 2009 è nato un movimento italiano non tanto sull’onda della protesta delle classi sociali più “basse”, come nel caso dei gilet gialli, bensì si può dire che sia nato su Internet con il blog di Beppe Grillo.

Proprio come accadeva per Grillo e il blog a cinque stelle, anche l’esperienza delle casacche gialle passa per i social media come Facebook che diventano un megafono della propaganda politica e che vengono utilizzati come strumento di cristallizzazione delle rivendicazioni populiste.

Meglio Beppe Grillo che la rivoluzione in strada! Per fortuna che c’è lui”, confidava un grande banchiere italiano nel 2013 all’indomani della prima grande vittoria elettorale del M5s, riferendosi al fatto che il leader carismatico del M5S avesse canalizzato la rabbia degli italiani in un movimento democratico, talvolta violento a parole ma sempre pacifico nei fatti.

L’assenza di un leader carismatico all’interno dei Gilet Gialli è un’altra differenza sostanziale. Anche se oggi il M5S si avvicina agli operai e fa leva sulla paura degli immigrati, in teoria alla sua nascita era un movimento che come idee “si avvicinava più ai Verdi tedeschi che al Front National francese”, osserva Pierre De Gasquet sul giornale transalpino.

Anche se i cittadini della seconda potenza economica dell’area euro hanno eletto un personaggio anti-establishment un anno fa, Emmanuel Macron non è qualcuno venuto dal basso e aveva un percorso – seppur breve – politico alle spalle. Il MoVimento 5 Stelle è composto principalmente da cittadini senza alcuna esperienza politica sul piano nazionale.

Se il leader della “République En Marche” sta perdendo popolarità e soprattutto perché viene percepito come “il presidente dei ricchi“, mentre il M5S è un partito – né di destra né di sinistra – la cui missione principale è quella di combattere le ingiustizie sociali e le disuguaglianze economiche in nome della meritocrazia.

“I Gilet Gialli stanno riscrivendo tutti i canoni della mobilitazione sociale“, scrive il giornale francese, che cita l’endorsement di Beppe Grillo e di Alessandro Di Battista al movimento. Quest’ultim ha parlato di “lotta sacrosanta” dei gilet gialli. Insomma, in Italia la saga del collettivo anti governativo francese lascia un’impressione di déjà-vu.

In Francia è un sentimento ancora nuovo, il cui indice di gradimento e partecipazione ha ancora ampi margini di crescita. I Gilet Gialli rischiano di rubare voti preziosi ai partiti radicali “Rassemblement National” di Marine Le Pen (destra) e alla “France Insoumise” di Jean-Luc Mélenchon (sinistra): gli ultimi sondaggi lo danno al 12% dei voti se i francesi potessero esprimersi oggi alle elezioni per il parlamento europeo.