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Giallo Mossad: l’agente “suicida” aveva passato informazioni a Hezbollah

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ROMA (WSI) – Si fa più fitto il mistero sulla morte dell’ agente del Mossad israelo-australiano Ben Zygier, deceduto dopo essersi impiccato in una cella di Tel Aviv. Secondo il settimanale Der Spiegel, l’uomo – noto con l’appellativo di “prigioniero X” e la cui morte risale al 2010, aveva consegnato informazioni riservate al gruppo militante Hezbollah.

Attraverso “indagini interne”, il rapporto del settimanale tedesco ha rinvenuto che Zygier aveva iniziato a lavorare per il Mossad nel 2003, monitorando società europee che facevano affari con l’Iran e la Siria. Nato in Australia, a Melbourne, Zygier si era trasferito in Israele dieci anni circa prima della sua morte. Nel 2007 venne richiamato dai suoi superiori, non contenti del suo lavoro.

Nel 2008 prese un anno di assenza, sempre secondo quando riferito da Der Spiegel, e tornò a Melbourne per completare i suoi studi dopo aver tentato di reclutare nuovi agenti per Israele, tentando di porre rimedio alla sua reputazione all’interno del Mossad.

Zygier avrebbe conosciuto i sostenitori di Hezbollah proprio in quel periodo e, nel tentare di convincerli a lavorare per il Mossad, avrebbe finito con il fornire informazioni estremamente riservate. Di qui, la decisione delle autorità israeliane di chiedere una condanna in prigione di almeno 10 anni.

L’uomo è stato poi trovato morto nella sua cella nel dicembre del 2010, all’età di 34 anni.

Intanto oggi il New York Times rivela un altro segreto attinente al ruolo chiave che la Cia avrebbe svolto nell’aumentare la consegna di armi dai paesi arabi e dalla Turchia a favore dei ribelli siriani, che continuano a combattere contro il regime di Bashar al-Assad.

Finora l’amministrazione Obama ha sempre rifiutato pubblicamente l’intenzione di armare i ribelli; tuttavia, è evidente che la Cia sta agevolando il traffico degli armamenti per aiutare la rivolta contro Assad.

L’ambasciata siriana a Mosca ha nel frattempo smentito le voci sulla presunta morte del presidente siriano Bashar al Addas, che si sono diffuse via twitter. “Le informazioni sono infondate”‘, ha detto un rappresentante della sede diplomatica citato dall’agenzia Itar-Tass.