Economia

Germania e Bce colpevoli. Basta: “paesi sudeuropei, ribellatevi”

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Roma – “Le democrazie europee non devono subappaltare il loro destino alla Bundesbank”. E’ chiaro il monito di Ambrose Evans-Pritchard, noto columinist del Telegraph, forte critico della gestione dei problemi europei. Mentre i mercati brindano alla notizia della decisione della Spagna di richiedere fino a 100 miliardi di euro di aiuti per le sue banche, il giornalista ricorda come non ci sia nulla di cui rasserenarsi e pronostica anzi anche il peggioramento del quadro europeo.

“Il pacchetto di salvataggio per la Spagna non potrà essere contenuto al valore di 100 miliardi di euro una volta che sarà avviato”: questo perchè, oltre alla presenza dei creditori privati, ci sarà – c’è già – “il collasso della fiducia globale sulla struttura dell’Unione monetaria”.

Svegliamoci tutti, sembra dire il britannico Evans-Pritchard, e guardiamo all’Italia per esempio. “L’Italia dovrà garantire il 22% dei fondi di salvataggio e anche se non riesce a raccogliere finanziamenti a un tasso sostenibile “. In più, ” Citigroup ha avvertito nel fine settimana che la contrazione del Pil italiano sarà -2,5% nel 2012 e -2% nel 2013, con la pressione fiscale che inizierà a farsi sentire, avendo effetti negativi sulle dinamiche del debito. Il debito pubblico balzerà così dal 121% del Pil al 137% entro il 2014″.

“La situazione potrebbe diventare rapidamente critica, visto che il paese è molto vulnerabile al persistere o all’acuirsi della crisi dei debiti sovrani. Un eventuale ulteriore rialzo significativo dei rendimenti aumenterebbe ed estenderebbe la recessione a accelererebbe l’aumento del rapporto debito/Pil, scatenando il peggioramento del circolo vizioso. Riteniamo che l’Italia dovrà chiedere aiuti”, ha scritto Citi.

Niente di confortante insomma all’orizzonte, e la colpa secondo l’esperto deve essere data soprattutto all’ “elite politica tedesca e alla Bce, che sono interamente responsabili degli ultimi eventi catastrofici. Entrambi hanno portato l’Europa del Sud sull’orlo del precipizio”. Come dimenticare l’errore commesso lo scorso anno dalla Bce, per esempio, che ha alzato i tassi, provocando una forte contrazione delle componenti dell’offerta di moneta in Spagna e Italia? Per non parlare delle misure di austerity dettate dalla Germania. E come si può pensare che il pacchetto di aiuti a favore della Spagna calmerà la situazione, visto che la conseguenza sarà quella di “alzare il debito pubblico spagnolo del 10% circa?”.

Tale spirale negativa può essere interrotta solo in un modo: “Le democrazione europee non devono subappaltare il loro destino alla Bundesbank. Il blocco dei paesi latini rappresenta la maggior parte dei voti per indurre la Bce a agire alla stregua di “prestatore di ultima istanza e capovolgere il fenomeno della contrazione moneria. (Il blocco) dovrebbe usare questo potere”. Se un tale confronto avesse l’effetto di provocare l’uscita di scena della Germania e desi suoi satelliti dall’Unione monetaria europea, alla fine anche questo risultato potrebbe essere una soluizione. Almeno, “l’asfissia monetaria terminerebbe. L’euro dei paesi del sud si indebolirebbe a livelli di equilibrio. Il capitale tornerebbe a riversarsi sui paesi sud europei”.