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Gelata mutui in America: piombano ai minimi da 16 anni

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New York – Altro che America. L’etichetta del sogno di riscatto Oltreoceano a meno di 50 giorni dal test presidenziale è più sbiadita che mai. Ha giocato d’anticipo il presidente della Fed, Ben Bernanke, all’ultima riunione. Lì ha ufficializzato il terzo round di allentamento monetario, ma il dato dei mutui piombati ai minimi degli ultimi 16 anni la dice lunga sulla delicatezza del momento.

Negli Stati Uniti i prestiti ipotecari erogati nel 2011 si sono attestati a 7,1 milioni. Si tratta del 10% in meno rispetto all’anno precedente, esattamente è il livello più basso dal 1995 ad oggi. I mutui per l’acquisto di case sono scesi del 5%, mentre i rifinanziamenti sono calati del 13% nonostante i tassi sui finanziamenti a 30 anni siano diminuiti a loro volta al 4%.

Cos’è successo? A pesare, rispondono gli economisti, è stata la fine degli incentivi per l’acquisto della prima casa, che hanno drogato il mercato nel 2010. Ma non solo. Nessuno può chiudere gli occhi di fronte al tasso di disoccupazione. E’ diventato un tema che preoccupa non solo i banchieri della Fed, ma tutti gli americani, con 5 milioni di persone senza lavoro da oltre sei mesi.

Inevitabilmente quindi che questa situazione abbia frenato le banche dal ripetere gli sbagli del passato quando concedevano mutui facili. “A causa di standard più rigidi – ha segnalato William Dudley, presidente della Federal Reserve Bank di New York – tassi sui finanziamente più bassi hanno avuto un effetto meno incisivo del normale”.

Sarà anche, ma di certo il prossimo presidente che verrà eletto a novembre avrà molto materiale su cui lavorare.