Economia

Forum AIPB: 2023 positivo per il Private, AI cruciale per il futuro

Il 2023 si chiude con risultati positivi per l’industria del Private Banking accompagnati da un livello di soddisfazione della clientela mai registrato prima, con gli addetti ai lavori che possono avvalersi di un alleato in più come l’AI per supportare al meglio gli investitori. Sono questi i principali messaggi lanciati da Palazzo Mezzanotte, location in cui è andata in scena oggi la XIX edizione del Forum AIPB dal titolo “Un patto tra le generazioni: l’agenda del Private Banking”. Vediamo tutto nell’analisi.

In particolare, ciò che è emerso nella giornata di lavori è la fiducia della clientela Private per un modello di servizio caratterizzato dalla presenza di professionisti dedicati ad elevata professionalità. All’evento di Milano hanno partecipato oltre 450 rappresentanti della distribuzione e della produzione del settore del Private Banking e più di 2.000 Private Banker e consulenti finanziari hanno seguito gli interventi da remoto.

Le sfide per la sostenibilità

In uno scenario economico e finanziario complesso e mutevole, il Private Banking ha individuato tre sfide chiave per una crescita sostenibile nel tempo del proprio modello di servizio: la capacità di rafforzare il presidio delle future generazioni di clientela con un approccio alla consulenza multigenerazionale; lo sviluppo di una “protezione” che non si limiti solo all’ambito finanziario; la capacità di cogliere le opportunità offerte dall’utilizzo dei dati e dall’intelligenza artificiale. A queste tre sfide si aggiunge la necessità di attrarre nuove generazioni all’interno del settore, per portare nuove competenze, assicurandosi però di non disperdere quelle maturate nel tempo e promuovendo la creazione di squadre multigenerazionali.

Le parole del Presidente

Andrea Ragaini, Presidente dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB), ha commentato: “Nei prossimi anni l’industria assisterà a ingenti passaggi di ricchezza da parte dell’attuale generazione di clienti verso la successiva. Per non disperdere il patrimonio servito dal Private, sarà quindi fondamentale rinnovare il patto di fiducia con una nuova generazione di clienti, favorendo un maggiore coinvolgimento e imparando a conoscerli fin da subito, indagandone priorità di vita, aspettative sul servizio e sistema di valori”.

Il cambiamento dei portafogli

Inflazione e volontà di preservare il valore del patrimonio nel tempo hanno influenzato la ricomposizione del portafoglio finanziario. Le preferenze delle famiglie private si sono infatti orientate nel primo semestre verso gli investimenti che hanno maggiormente beneficiato dell’aumento dei tassi. Titoli di Stato e obbligazioni sono così cresciuti del 33% sul valore totale degli asset gestiti dal settore. Il contributo delle azioni, invece, è stato marginale. I fondi di investimento e le gestioni patrimoniali hanno registrato una crescita positiva, ma significativamente inferiore, pari al 4,3% delle masse gestite, mentre il comparto assicurativo ha subito un calo dell’1,7%.

L’impatto dell’innovazione

Il cambiamento tecnologico sta diventando sempre più veloce e richiede un adattamento che sia altrettanto rapido. Il 70% dei leader Private è consapevole della portata disruptive dell’innovazione per il settore e il 76% ritiene che l’intelligenza artificiale avrà un alto impatto strategico sul modello di servizio. Vi è un’ampia convergenza (88% degli esperti IT Private) sul fatto che l’analisi avanzata dei dati rappresenterà il beneficio principale per il Private Banking nell’adozione dei sistemi di intelligenza artificiale. Questo perché la tecnologia è entrata nella vita quotidiana di tutti, ad esempio l’utilizzo dell’app della Banca sembra essere un comportamento “cross-generazionale”: tra i più giovani ne fa uso circa il 70% mentre fra i più senior circa la metà. Ragione per cui il 64% degli operatori Private aumenterà notevolmente gli investimenti in innovazione.

L’AI e il caso Boston Consulting Group

Molto interessante, a proposito di intelligenza artificiale, l’intervento di Francesco Venier (Professore di Organizzazione Aziendale, Università di Trieste e Dean of Executive Education, MIB School of Management), il quale ha parlato di una ricerca effettuata in America su un gruppo di consulenti della Boston Consulting Group. Dal palco, l’esperto ha spiegato cos’è emerso dallo studio. “Dopo aver stabilito una performance di base su un compito simile, i soggetti sono stati assegnati casualmente a uno di tre gruppi: 1. Nessun accesso all’AI, 2. accesso all’IA GPT-4 e 3. accesso all’IA GPT-4 con una panoramica introduttiva. Lo studio mostra che le capacità dell’intelligenza artificiale creano una “frontiera tecnologica frastagliata” in cui alcuni compiti sono facilmente eseguibili dall’IA, mentre altri, sebbene apparentemente simili per livello di difficoltà, sono al di fuori delle attuali capacità dell’IA. Per ognuno dei 18 compiti di consulenza realistici all’interno della frontiera delle capacità dell’IA, i consulenti che hanno utilizzato l’IA sono stati significativamente più produttivi (hanno completato in media il 12,2% in più di compiti e il 25,1% più rapidamente) e hanno prodotto risultati di qualità significativamente superiore (oltre il 40% in più rispetto al gruppo di controllo). I consulenti di tutta la distribuzione delle competenze hanno beneficiato in modo significativo dell’aumento dell’IA, con un aumento del 43% per quelli al di sotto della soglia media di prestazioni e del 17% per quelli al di sopra”.

 

 

Insomma, la XIX edizione del Forum AIPB ha evidenziato come il patto tra le generazioni sia assolutamente possibile e l’intelligenza artificiale può avere un ruolo decisivo nel suggellarlo. Anche perché nei prossimi anni l’industria assisterà ad ingenti passaggi di ricchezza da parte dell’attuale generazione di clienti verso la successiva. Entro la fine di quest’anno si prevede che 22 miliardi di euro passeranno alle generazioni più giovani: cifra che salirà a circa 180 miliardi entro il 2028 e a 300 miliardi entro il 2033. Il Private Banking dovrà essere in grado di far dialogare le diverse generazioni, riducendo la quota di clienti che non coinvolge i figli nella gestione del patrimonio e aumentando la percentuale di chi confermerà il consulente di famiglia.