Economia

FMI taglia Pil Italia (-12,8% nel 2020). Gualtieri: “stime pessimistiche”

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Si fa sempre più grigio il quadro macroeconomico italiano a causa del coronavirus. Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime sul Pil Italia per il 2020 a – 12,8%, 3,7 punti percentuali sotto il -9,1% delle previsioni di aprile. In compenso, per il 2021 la crescita è stata rivista a +6,3%, 1,5 punti percentuali in più rispetto a quanto previsto nelle stime precedenti.

Anche per l’indebitamento le prospettive appaiono più negative. Dopo il 134,8% del 2019 il debito è atteso salire al 166,1% del pil quest’anno e per poi calare al 161,9% nel 2021.  Il deficit è invece visto al 12,7% del pil quest’anno (8,3% la stima di aprile) e al 7,0% nel 2021 (3,5% la previsione di aprile).

Stime considerate troppo negative dal governo. Le stime di una contrazione del Pil dell’8% nel 2020 sono al ribasso, tuttavia “le nostre valutazioni non sono altrettanto pessimistiche di quelle ad esempio oggi del Fmi, peraltro per tutti i Paesi europei” ha spiegato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in audizione alla Commissione Bilancio della Camera sul decreto Rilancio. “Siamo consapevoli dei rischi ribasso, aggiorneremo a breve la nostra previsione ufficiale”, osserva mentre viene più volte contestato da alcuni deputati mentre parla della stima di crescita.

Nel prossimo decreto, aggiunge Gualtieri, il governo intende “intervenire per diluire maggiormente” la proroga – da settembre a dicembre – già varata sugli adempimenti fiscali delle imprese di alcune filiere” particolarmente colpite dalla pandemia .

L’obiettivo è “alleggerire sostanzialmente il carico fiscale sulle imprese che hanno subìto maggiormente l’impatto del coronavirus. Nel momento in cui va oltre il 2020 – spiega il ministro – l’intervento ha un impatto di bilancio e quindi dovrà essere autorizzato, è necessario per ridurre la pressione fiscale quest’anno sulle imprese colpite”.

FMI: flessione a due cifre anche per Francia, Spagna e UK

Le stime dell’Italia si inseriscono in un contesto di frenata generale. Secondo l’aggiornamento delle stime del Fmi, la locomotiva tedesca si contrarrà quest’anno del 7,8% per poi crescere del 5,4% il prossimo. Il Fondo prevede per la Francia un Pil in calo del 12,5% nel 2020 e una crescita del 7,3% nel 2021, mentre per la Spagna si stima -12,8% quest’anno e una crescita del 6,3% nel 2021. Calo a due cifre anche per il Pil britannico, che calerà del 10,2% nel 2020 per salire del 6,3% nel 2021.

Riviste invece al rialzo le proiezioni sull’area euro, che si contrarrà quest’anno del 10,2%, ovvero 2,7 punti percentuali in più rispetto alle stime di aprile. Per il 2021 è invece atteso un rimbalzo: il pil è atteso crescere del 6,0%, +1,3 punti percentuali in più rispetto ad aprile.

Anche per gli Stati Uniti, la contrazione 2020 sarà maggiore delle attese, con un Pil in calo dell’8% (-2,1 punti rispetto ad aprile) e una ripresa del 4,5% nel 2021 (-0,2 punti).

Complessivamente, l’economia mondiale si contrarrà quest’anno più delle attese, registrando un calo del 4,9%, ovvero 1,9 punti percentuali in più rispetto alle stime di aprile, per poi rimbalzare del +5,4% l’anno successivo (-0,4 punti su aprile).

Parlando di una crisi “come nessuna altra” e di incertezza sulle stime, il capo economista del Fmi Gita Gopinath osserva come le stime “implicano una perdita complessiva per l’economia mondiale di oltre 12.000 miliardi di dollari” fra il 2020 e il 2021.