Economia

Finita era banche centrali. Spazio a tasse e investimenti

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LONDRA (WSI) – Il periodo d’oro delle banche centrali onnipotenti è ormai giunto al capolinea, dando così spazio a tasse ma anche a nuovi investimenti. Dopo aver annunciato al mondo intero di poter risolvere la crisi, la reputazione dei banchieri è ormai perduta. È l’opinione espressa da Larry Elliot in un editoriale pubblicato su The Guardian.

Come ha spiegato l’economista Charles Goodhart della London School of Economics in un recente documento realizzato per Morgan Stanley, la forza lavoro globale è in rapida espansione nel corso dell’ultimo trimestre del 20esimo secolo e ciò è dovuto in parte all’aumento demografico, con l’epoca del baby boom che ha aumentato la popolazione in età lavorativa.

In parte è dovuto anche alle nuove potenze come la Cina e l’Europa orientale che sono entrate nell’olimpo dell’economia mondiale dopo il 1990. Ma questo periodo d’oro, secondo Goodhart, è destinato a finire come alla fine sono anche i giorni in cui le banche centrali potrebbero aumentare i tassi di interesse per mantenere l’inflazione a livelli standard.

Secondo le previsioni dell’economista, la crescita della popolazione sarà più lenta e l’invecchiamento della stessa popolazione modificherà anche la forza lavoro nel settore lavorativo. I lavoratori diventeranno più scarsi e come tale più preziosi, permettendo così il tanto agognato aumento dei salari e rendendo più forte il potere contrattuale dei lavoratori. Dal canto loro le aziende avranno maggiori incentivi ad investire, aumentando al tempo stesso la produttività.

Se per l’economista francese Thomas Piketty, la ricchezza dei ricchi si moltiplica più velocemente rispetto all’aumento dei salari e la classe operaia non riuscirà mai a colmare il gap, al contrario Charles Goodhart crede che la prospettiva future sia per una minore disuguaglianza e il potere contrattuale della forza lavoro diventa più forte.

Fonte: The Guardian

(DaC)