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Fiducia Rosatellum, D’Alema: Gentiloni “bugiardo come Renzi”

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Aver posto la fiducia sulla legge elettorale Rosatellum, contrariamente a quanto aveva precedentemente annunciato, fa uscire il premier Paolo Gentiloni “profondamente ridimensionato sul piano della sua qualità di statista” e per questo è diventato “ufficialmente un bugiardo come Renzi”. E’ quanto ha affermato, ai microfoni di Radio Capital, Massimo D’Alema che ha nuovamente attaccato quelle che a suo dire sono state manovre orchestrate ad arte per favorire la sua rielezione.

 

Questa retromarcia di Gentiloni, ha detto D’Alema era “forse quello che Renzi voleva: era indispettito dalla maggiore credibilità di Gentiloni. Un effetto collaterale voluto credo, quello di ridurre la credibilità di Gentiloni. Il che ci fa capire la carica distruttiva di questa leadership, che per sopravvivere deve divorare, umiliare i suoi collaboratori”.

D’Alema poi ha spiegato che, a suo dire, il vero “ispiratore del Rosatellum oltre ad essere il consigliere fidato di Matteo Renzi” sarebbe Denis Verdini, leader di Ala fuoriuscito da Forza Italia per sostenere la maggioranza: è lui “il vincitore, che ha sempre fatto parte della maggioranza, ci ha detto la verità, la legge nasce all’insegna del trasformismo”.

 

Il Rosatellum, poi, è in sé “una pessima legge elettorale”, secondo l’ex premier, poiché “inganna gli elettori: nei collegi ci sono ammucchiate, perché gli accordi nei collegi non prevedono coalizioni di governo”.

In quanto alla riconferma di Visco al governo di Bankitalia, poi, D’Alema ritiene che Renzi, che si dice scontento di tale scelta, ne sia stato, in verità, complice: “Renzi in modo rozzo, maldestro e propagandistico portando sul piano politico l’elezione del governatore di Bankitalia ha reso di fatto obbligatoria la riconferma di Visco. Di cui ora si lamenta e di cui è stato il principale promotore”.

 

Fra i retroscena del rapporto Renzi-Gentiloni, Il Messaggero racconta di un premier “sconcertato” dalle nuove promesse elettorali del segretario dem, in particolare sullo stop all’innalzamento automatico dell’età pensionabile: “vorrebbe dire far risalire il deficit fino al 2,9%”. Anche se Renzi ribatte: “Serve per liberare 30-50 miliardi di risorse con cui abbassare le tasse e consolidare la crescita. A me interessano gli italiani, non i sacerdoti del rigore”.