(Teleborsa) – “Fabbrica Italia non partirà se non ci sarà l’impegno formale delle organizzazioni sindacali ad assumersi precise responsabilità per la riuscita del progetto”. Con queste parole, contenute in un comunicato ufficiale diramato dalla Fiat alla conclusione dell’incontro coi sindacati, il Lingotto ha confermato ieri l’aut-aut sul futuro degli stabilimenti italiani: o le organizzazioni dei lavoratori garantiscono la governabilità degli impianti secondo le direttive volute dall’ad Sergio Marchionne, oppure il progetto Fabbrica Italia, con i suoi 20 mld di investimenti in cinque anni, non avrà luogo, gettando così un’ombra sinistra sul futuro degli stabilimenti italiani del Lingotto. Per la casa automobilistica torinese, si legge in un articolo di MF, la linea scelta dal top management è una strada obbligata, visto che è l’unica adottabile in un contesto competitivo sempre più globale. “L’importanza delle scelte di destinazione dei nuovi modelli e il volume degli investimenti previsti richiedono un elevato livello di garanzia in termini di governabilità degli stabilimenti e di utilizzo degli impianti”, ha infatti spiegato il comunicato Lingotto, suscitando le perplessità della maggioranza delle sigle sindacali. Le parti sociali infatti si aspettavano ieri che l’azienda illustrasse come intende ripartire gli investimenti tra gli stabilimenti italiani e quali saranno i nuovi modelli da produrre. Tra i più delusi, non a sorpresa, figura la Fiom-Cgil, unica sigla sindacale a non aver sottoscritto l’accordo su Pomigliano.
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