(9Colonne) – Verona, 27 mar – I buyer di tutto il mondo sono d’accordo, Vinitaly è un’importante occasione per conoscere nuovi produttori, arricchire la propria offerta, ravvivare i contatti già consolidati. Partecipare alla manifestazione enologica più importante a livello internazionale diventa vitale per gli operatori dei mercati emergenti, che non possono rinunciare ad avere l’Italia nel proprio catalogo. È ciò che risulta da una serie di interviste realizzate per conto di Veronafiere alla vigilia del 41° Vinitaly in programma dal 29 marzo al 2 aprile (lo scorso anno sono stati 33 mila da 101 Paesi gli operatori esteri presenti su un totale di 144 mila visitatori) tra un gruppo rappresentativo di buyer esteri, molti provenienti da Stati Uniti e Canada (tra questi Winebow, Palm Bay Imports, John Given Wines, Vintus, La Celeste Levure) e da vari Paesi europei e asiatici (gli inglesi Enotria Winecellars, Tria Wines e Valvona&Crolla e la russa Vintage-M), oltre che da Korea, India e Malesya). Un altro dato importante evidenziato dalle risposte è la vitalità dell’enologia italiana e il suo crescente grado di apprezzamento all’estero. Dopo anni di sofferenza, il vento sembra essere cambiato e le prospettive per l’export (che nel 2006 ha sfondato il muro dei 3 miliardi e 195 miloni di euro) sono positive. Il successo del vino italiano non è però scontato. I consumatori, lo affermano i buyer, sono sempre più attenti al rapporto qualità/prezzo e anche se la produzione italiana è in grado di soddisfare qualsiasi fascia di cliente, l’apprezzamento va guadagnato con i fatti. Importante vendere al giusto prezzo, specialmente con l’attuale debolezza del dollaro rispetto all’euro, anche perché i competitori dell’emisfero Sud, ma anche la Spagna, offrono ottimi vini a cifre molto interessanti. È essenziale inoltre, secondo i buyer internazionali, che il sistema vinicolo italiano lavori per migliorare all’estero la conoscenza del proprio patrimonio enologico e del significato delle varie indicazioni di origine. La grande varietà dei vini italiani non è così facile da comprendere, e il normale consumatore può confondersi al momento dell’acquisto. Questo in particolare davanti agli scaffali della grande distribuzione, che ovunque è destinata a dare spazio a un maggior numero di vini italiani, ma che ovviamente non potrà offrirli tutti e in tutte le tipologie disponibili.
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