Economia

Lotta evasione fiscale: rispunta idea “lotteria”

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NEW YORK (WSI) – L’evasione fiscale, si sa, è uno dei grandi mali italiani. Stavolta per curarla ci si affida a una lotteria. Un’estrazione a premi tra gli scontrini e le ricevute fiscali. Ci hanno già provato con alterne fortune, Taiwan, Cina, Malta, Slovacchia, Portogallo e Georgia. Dal 2018 potrebbe toccare anche a noi: fra due anni si potrà partecipare all’estrazione di premi con uno scontrino con il codice fiscale del cliente emesso da chi trasmette all’agenzia delle Entrate i dati per via telematica.  Attenzione, si dovrà trattare di scontrini e ricevute “parlanti”, ossia dovranno riportare il codice fiscale fornito dal cliente al momento dell’acquisto.

La misura fa parte degli strumenti messi a punto dal Governo Renzi per contrastare l’evasione fiscale e inseriti nella Manovra di Bilancio 2017.  L’obiettivo di fondo è sempre quello di ridurre il divario tra l’Iva effettivamente incassata e il gettito che in teoria sarebbe dovuto confluire nei forzieri statali.

Chi potrà partecipare?

Potranno partecipare tutti i contribuenti persone fisiche residenti in Italia che effettuano acquisti di beni e servizi come privati cittadini e quindi non nell’attività d’impresa o di lavoro autonomo.

Come funziona?

Quando si compra qualcosa si fornisce il codice fiscale alla cassa e lo scontrino viene comunicato direttamente all’Agenzia delle Entrate. Non dovremo conservare più nulla. Ogni contribuente avrà accesso a un file dove saranno registrati gli acquisti e i relativi codici per partecipare alla lotteria. Quanto ai commercianti dovranno solo passare un lettore ottico sul codice fiscale. E anche per loro ci sarà un incentivo. Se a far vincere la lotteria è un acquisto fatto nel suo negozio, anche il negoziante avrà un premio.

Cosa ci sarà in palio?

In Portogallo dove la lotteria c’è già regalano auto di lusso. Ancora non è stato deciso: comunque o sarà una somma in denaro oppure un oggetto. In ogni caso il premio sarà consistente altrimenti il meccanismo non funziona.

L’idea della lotteria non e’ tuttavia considerata da tutti uno strumento valido. Scrive Giampietro Parolin su Citta’ Nuova:

“Quando introduciamo un incentivo dobbiamo chiederci quale sarà l’effetto sulle diverse tipologie di soggetti, perché il rischio è certamente di incoraggiare alcuni, ma di creare effetti di spiazzamento per altri. In una situazione come quella italiana dove l’azzardo è una patologia di dimensioni rilevanti, questa proposta rischia di rinforzare l’idea di uno stato biscazziere, spiazzando peraltro i messaggi che ci vengono trasmessi di capacità di recupero dell’evasione con gli strumenti tradizionali. Inoltre la lotteria rischia di agevolare anche gli evasori parziali che così verrebbero doppiamente premiati”.

E aggiunge:

“D’altro canto l’esperienza portoghese racconta che l’efficacia di una tale misura  è molto limitata.Perché allora non ricercare altri dispositivi ed incentivi per combattere l’evasione? In fondo oggi con i sistemi informativi (vedi la fattura elettronica e la tracciabilità dei pagamenti) ci sarebbero le condizioni tecniche per sperimentare strumenti come il cosiddetto “contrasto di interessi”, che consente di detrarre le spese documentate dal reddito lordo. E’ un’esperienza già sperimentata in Italia per le detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie ed utilizzata come base dell’impianto fiscale degli Stati Uniti. Oppure, si potrebbero osare soluzioni più ardite come la moneta elettronica”.

Conclude Parolin:

“Indubbiamente su questi temi non esiste la bacchetta magica, ma la scelta e le dosi dei vari strumenti per una “compliance” fiscale non può non tenere conto delle ricadute che vanno oltre la sfera meramente fiscale, ma considerare in un orizzonte più generale su quali presupposti vogliamo fondare il patto sociale che ci tiene insieme come comunità”.