Economia

Eurobond e Ue: chiuso il vertice, l’Italia messa ai margini

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L’Italia rilancia l’ipotesi delle obbligazioni europee, i cosiddetti eurobond, ma non trova il consenso di Francia e Germania. In occasione del vertice europeo di Bruxelles, il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, sostiene che quella degli eurobond e’ un’ipotesi che merita di essere studiata. Ma Angela Merkel e Nicolas Sarkozy sono di altro parere: per il cancelliere tedesco, la proposta non e’ realistica; e per il presidente francese, parlarne ora non ha senso.

I capi di Stato e di governo della Gran Bretagna, della Francia e della Germania pubblicherano domani una lettera in cui chiedono che la crescita del bilancio pluriennale dell’Ue per il periodo 2014-2020 sia ‘congelata’ in termini reali, ovvero che sia contenuta sotto il tetto dell’inflazione. Lo ha annunciato oggi a Bruxelles, alla fine del Consiglio europeo, il premier britannico David Cameron. Anche l’Olanda e altri paesi ‘contributori netti’ al bilancio Ue, come i nordici e l’Austria (ma, sembra, non l’Italia) dovrebbero sostenere questa posizione. La lettera dovrebbe menzionare anche i bilanci annuali dell’Ue per i prossimi due anni (2012 e 2013), chiedendo che sia limitato anche in questo caso l’aumento della spesa, ma probabilmente non saranno indicate cifre (che la Francia non vuole precisare). Secondo Cameron, comunque, il testo dovrebbe contenere la richiesta di “fare meglio” che con il bilancio 2011, per il quale i governi dell’Ue hanno imposto al Parlamento europeo di non superare un aumento del 2,91% rispetto al 2010.

Ieri sera, a margine del Consiglio europeo di Bruxelles, il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso, ha convinto i leader di almeno tre Stati membri – Spagna, Portogallo e Grecia – a rinunciare a scrivere una lettera in cui avrebbero espresso una posizione fortemente favorevole alla proposta, lanciata recentemente dal ministro italiano dell’economia Giulio Tremonti e dal presidente dell’Euroruppo Jean-Claude Juncker, di ‘comunitarizzare’ una parte del debito pubblico dei paesi dell’euro attraverso l’emissione di eurobond. Lo riferiscono fonti diplomatiche di uno Stato membro, precisando che Barroso ha persuaso i capi di governo dei tre paesi che una loro lettera comune sarebbe stata controproducente, nella situazione attuale in cui non c’è consenso politico sulla proposta sugli eurobond, soprattutto a causa dell’opposizione tedesca.

Il vertice europeo ha prodotto ”risultati positivi e che vanno nella giusta direzione”. E’ quanto ha affermato il presidente della Commissione europea, Jose’ Manuel Barroso, commentando la conclusione del vertice e sottolineando in particolare che i leader europei hanno ”confermato l’importante accordo raggiunto” per assicurare ”un adeguato supporto finanziario” per l’euro.

Gli eurobond “anticrisi” sono “un sistema ottimo” secondo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che “dovrebbe dotare l’Europa di una liquidita’ pari a quella dei Bond Usa”: deve essere approfondita e “deve maturare, come in due anni e’ maturata la nostra proposta sul fondo salvastati” che ora e’ diventata una realta’.

Il premier inglese David Cameron incassa l’appoggio di Francia, Germania e altri paesi europei per congelare il budget comunitario, ma ha negato l’esistenza di accordi segreti per non far lievitare la spesa europea. ”In tutta Europa i paesi stanno riducendo la spesa pubblica per correggere i deficit – ha detto Cameron – e anche l’Unione europea non puo’ essere immune”. Cameron e’ il paladino dei paesi contrari a un aumento del budget di spesa dell’Unione europea. E al vertice europeo di Bruxelles il primo ministro britannico e’ riuscito a portare sulle sue posizioni Germania, Francia e anche altri paesi. Cameron al termine del vertice ha detto che domani verra’ diffuso un comunicato dei paesi contrari a un aumento del budget. Dopo aver ridotto a un +2,9% invece dell’iniziale proposta del +6% del budget per il 2011, Cameron sottolinea che ”Gran Bretagna, Francia e Germania intendono fare ancora meglio per il 2012 e il 2013”. ”I principali paesi dell’Unione Europa – ha aggiunto – sono uniti nell’affermare la necessita’ di tenere il budget sotto controllo”.

IL DOCUMENTO FINALE UE

Modifica del trattato di Lisbona per consentire la creazione del fondo anti-crisi e coinvolgimento degli investitori privati. E’ questo il passaggio principale del documento conclusivo del consiglio europeo nell’ambito della strategia per fronteggiare i paesi euro in difficolta’.

”Il Consiglio europeo ha accolto con favore la relazione presentata dal suo presidente a seguito delle conclusioni del 28 e 29 ottobre 2010. Ha convenuto sulla necessita’ di modificare il trattato per permettere agli Stati membri della zona euro di istituire un meccanismo permanente volto a salvaguardare la stabilita’ finanziaria dell’intera zona euro (meccanismo europeo di stabilita’). Tale meccanismo sostituira’ il fondo europeo di stabilita’ finanziaria (FESF) e il meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria, che resteranno in vigore fino al giugno 2013. Poiche’ detto meccanismo e’ destinato a salvaguardare la stabilita’ finanziaria dell’intera zona euro, il Consiglio europeo ha convenuto che l’articolo 122, paragrafo 2 del TFUE non sara’ piu’ necessario a tale scopo”.

I capi di Stato o di governo hanno pertanto convenuto che non debba essere usato per tali fini. Inoltre il Consiglio europeo ha approvato il testo del progetto di decisione che modifica il TFEU. Ha deciso di avviare immediatamente la procedura semplificata di revisione di cui all’articolo 48, paragrafo 6 del TUE. La consultazione delle istituzioni interessate dovrebbe concludersi in tempo per consentire l’adozione formale della decisione nel marzo 2011, il completamento delle procedure nazionali di approvazione entro la fine del 2012 e l’entrata in vigore il 1* gennaio 2013.

Il Consiglio europeo ha inoltre invitato i ministri delle finanze della zona euro e la Commissione a ultimare i lavori sull’accordo intergovernativo che istituisce il futuro meccanismo entro il marzo 2011, integrandovi le caratteristiche generali contenute nella dichiarazione dell’Eurogruppo del 28 novembre 2010, approvata dal Consiglio europeo. Il meccanismo sara’ attivato con il comune accordo degli Stati membri della zona euro in caso di rischio per la stabilita’ dell’intera zona euro. Gli Stati membri la cui moneta non e’ l’euro saranno associati ai lavori, se lo desiderano.

Possono decidere di partecipare caso per caso alle operazioni condotte secondo il meccanismo. Il Consiglio europeo ha chiesto di accelerare i lavori sulle sei proposte legislative in materia di governance economica, partendo dalle raccomandazioni della task force approvate lo scorso ottobre e mantenendo un alto livello di ambizione, affinche’ possano essere adottate entro il giugno 2011. Ha accolto con favore la relazione del Consiglio sul trattamento della riforma sistemica delle pensioni nel quadro del patto di stabilita’ e crescita (PSC) e ha chiesto che la relazione si rispecchi nelle specifiche sull’attuazione del PSC riformato.

Un documento firmato dai big dell’Unione europea indirizzato al presidente della Commissione Europea, Jose’ Manuel Barroso, per chiedere il congelamento del budget Ue. La lettera e’ firmata dal primo ministro inglese, David Cameron, dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, e dal presidente francese Nicolas Sarkozy, insieme al primo ministro olandese Mark Rutte e dal premier finlandese Mari Kiviniemi. Tra i firmatari del documento non c’e’ l’Italia, come era gia’ stato ventilato nei giorni passati da indiscrezioni giornalistiche.

Il nostro Paese, infatti, pur condividendo l’esigenza di rigore per il bilancio comunitario, avrebbe espresso perplessita’ dovute principalmente al rischio di un mancato rispetto delle prerogative della Commissione, che il prossimo giugno formulera’ le sue proposte sul bilancio. Nella lettera inviata a Barroso, Cameron con Merkel e Sarkozy chiedono che la spesa per il budget comunitario dal 2014 al 2020 sia piu’ contenuta: in particolare, l’aumento annuale del bilancio Ue dovra’ essere inferiore al tasso dell’inflazione.

I Paesi membri, spiegano i firmatari del documento, non possono infatti permettersi un aumento delle tasse in questo momento di gravi crisi economica nel quale i cittadini sono gia’ costretti a enormi sacrifici. Gran Bretagna, Germania e Francia sottolineano infatti che il budget comunitario 2014-2020 arriva in un momento in cui i 27 paesi membri stanno facendo ”degli sforzi straordinari per le finanze pubbliche”, per mantere debito e deficit su un livello sostenibile. Le finanze europee ”non possono non tenere conto” di questi sforzi.

Dunque, ”l’impegno degli stanziamenti per il prossimo quadro finanziario pluriennale non dovrebbe superare il livello del 2013” e dovrebbe avere ”un tasso di crescita pari o inferiore al tasso d’inflazione”. Nel documento si sottolinea anche che ”e’ possibile attuare ambiziose politiche europee per i nostri cittadini se abbiamo un volume stabile di spesa. Questo pero’ – sottolineano Merkel, Cameron e Sarkozy – richiede un migliore utilizzo dei fondi disponibili. La sfida per l’Unione europea nei prossimi anni – conclude il documento – non sara’ quello di spendere di piu’, ma spendere meglio”.