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Eurobarometro: italiani si confermano euroscettici, ma il 70% si dice pronto a votare alle Europee

A meno di due mesi dalle prossime elezioni europee, cresce la fetta di elettori italiani interessati a votare in occasione alle consultazioni di giugno, nonostante nel nostro Paese resti ben radicato un sentimento euroscettico. Sono alcune delle evidenze emerse dall’ultimo Eurobarometro, il sondaggio ufficiale del Parlamento, che ha raccolto le opinioni di oltre 26.000 persone nei 27 Stati membri.

Elezioni europee: sette elettori italiani su dieci pronto a votare

Ma partiamo dalle elezioni europee: in parte spinto dalla paura che nel Vecchio Continente si affermino i partiti più radicali o nazionalisti, il 70% degli italiani prevede di votare tra il 6 e il 9 giugno (percentuale in crescita rispetto al 67% del sondaggio di dicembre), un dato sostanzialmente in linea con la media europea. Vale la pena ricordare che tasso di partecipazione nel 2019 superò (di poco) il 50%. In quell’occasione ci furono casi estremi come la Slovacchia, dove votò appena il 22% dell’elettorato.

“Invito i nostri cittadini a votare alle prossime elezioni europee, a partecipare a questo anno storico e a rafforzare la democrazia europea”, è l’appello della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. “Il 2024 è un anno elettorale importante, con elezioni che si svolgeranno in Europa così come anche negli Stati Uniti, in India, nel Regno Unito”. Metsola che non ha dubbi: “L’esito di queste elezioni sarà con ogni probabilità cruciale per il futuro della democrazia nel mondo”.

Chi invece ha dubbi sono proprio gli italiani che si confermano euroscettici: nonostante abbiano un’idea complessivamente positiva del Parlamento europeo (solo il 14% ne parla male), la maggior parte degli elettori ritiene invece del tutto influente il proprio voto sulle politiche europee. Lo dimostra il fatto che il 70% degli intervistati ritiene che la propria voce resti inascoltata. Inoltre, solo una minoranza ritiene che l’Italia abbia voce in Europa (il 48% rispetto a una media negli altri paesi del 67%).

Italiani sempre più lontani dalla politica e insoddisfatti del Governo

In generale, gli italiani appaiono sempre più lontani dalla politica in generale: che sia europea (59%), nazionale (58%) o locale (57%), il tema resta argomento di conversazione solo “occasionale”.

Prevale un sentimento di insoddisfazione anche nei confronti del Governo: sei italiani su dieci (59%) sostiene che nel Paese “le cose non stanno andando nella giusta direzione”, per l’11% la situazione è stabile, mentre il 30% si ritiene soddisfatto.

Quando si chiede se la situazione economica del Paese da qui a un anno migliorerà, neanche due intervistati su dieci (18 per cento) rispondono di sì, e la maggioranza (45 per cento) ritiene che le cose non cambieranno, mentre un terzo della popolazione con diritto di voto (33 per cento), si attende peggioramenti.

Nota positiva sul fronte dell‘inflazione: gli italiani si dicono meno segnati rispetto alla media europea. Il 45% degli europei ritiene di avere subito un calo degli standard di vita rispetto al 29% degli italiani.

I temi più cari agli europei

A livello europeo, i partecipanti hanno indicato i quattro temi a cui vorrebbero fosse data priorità durante la campagna politica in corso. Si tratta della lotta alla povertà e all’esclusione sociale (33%), la salute pubblica (32%), il sostegno all’economia e alla creazione di nuovi posti di lavoro (31%) e la difesa e la sicurezza dell’UE (31%). Tutti temi che mettono in luce le scosse provocate dalle grandi crisi degli ultimi anni: la pandemia COVID-19, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e l’inflazione record. Seguono a ruota l’azione contro il cambiamento climatico (27%), il futuro dell’Europa (26%), la migrazione e l’asilo (24%), la democrazia e lo stato di diritto (23%) e la politica agricola (23%).