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Euro: ancora fattori di rischio, mettono a dura prova nuovi supporti

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Legnano – Stare lunghi di euro costa, questo è il fattore più importante che molti gestori di fondi hanno iniziato a considerare e su cui molti altri stanno cominciando a ragionare.

Gli effetti li abbiamo visti, con la rottura definitiva del livello che ha funzionato come supporto per tutti i primi mesi dell’anno ed ora, crediamo che molteplici fattori possano mettere a rischio anche il livello di 1.2500 che la moneta unica sta mantenendo contro il dollaro americano.

Quello più preoccupante arriva a nostro parere dalla Svizzera, dove il presidente della banca centrale Jordan ha dichiarato di aver messo in piedi un team di esperti pronto a valutare le diverse possibili modalità che si possono attuare per evitare un eccessivo apprezzamento del franco svizzero di fronte ad un’eventuale disfacimento dell’unione monetaria europea, anche se al momento si ritiene che questa non rappresenti lì’ipotesi più probabile.

Una dichiarazione del genere lascia trasparire una forte preoccupazione in quanto, se dovessimo effettivamente assistere ad uno scenario del genere, molto probabilmente il franco sarebbe tra le attività più comprate del pianeta, insieme a yen, dollaro americano ed oro, che tornerebbe ad acquistare lo status di bene rifugio e questo, chiaramente, rischierebbe di mettere in ginocchio maggiormente l’economia elvetica, già in difficoltà e che ha dovuto ricorrere al peg con la moneta unica (attualmente siamo ancora inchiodati sopra 1.2000) per difendere quelle poche esportazioni che permettono di non entrare in recessione, di fronte a scenari di potenziale deflazione che chiaramente preoccupano i vertici svizzeri, che hanno deciso di agire coordinatamente tra banca centrale e governo.

Oggi sarà una giornata particolare, in quanto in America verrà festeggiato il Memorial Day e dunque la liquidità risulterà messa a dura prova e ci sarà occasione per ragionare ulteriormente sul discorso Grecia, il primo dei tasselli che potrebbero portare alla disfatta di un unione monetaria che stiamo chiamando da anni ormai.

EurUsd
Sono passati alcuni giorni dalla rottura a ribasso di 1.2625 e il livello potrebbe tornare molto presto d’attualità. L’apertura positiva di ieri sera ha favorito un nuovo avvicinamento al livello compreso fra 1.26 ed il livello di rottura e, se questo dovesse saltare, il primo obiettivo si troverebbe sul livello di congestione di 1.2685. L’altro livello da considerare si trova a 1.25.

UsdJpy
Ancora una volta, su questo cambio, dobbiamo esordire dicendo che non ci sono novità La tendenza di lungo continua ad essere negativa con l’area di possibile inversione rialzista sempre posizionata a 80 figura.

EurJpy
C’è una grande stabilità, di EurJpy, intorno a 100 figura. Soprattutto la nostra attenzione è attirata da 100.25 che sino dal 18 maggio si è dimostrato un livello molto difficile da superare (sia come supporto, sia come resistenza). Siamo sempre portati a pensare che la figura ribassista individuata qualche settimana fa si possa concludere a 98.50 e, affinché avvenga questo, dobbiamo aspettare la rottura del supporto statico di 99.50.

GbpUsd
Un ulteriore rimbalzo del cable sull’area di congestione di 1.56 conferma come, ancora una volta, questo sia l’unico livello da utilizzare come bussola del trend di lungo periodo. La rottura dell’area compresa fra 1.56 e 1.5730 ci fornirà la direzione da seguire.

AudUsd
La tendenza rialzista degli ultimi tre giorni si è rivelata, ancora una volta, utile per portare ad una ripresa. Alla riapertura del mercato, ieri sera, abbiamo notato un forte movimento positivo dal livello di supporto indicato dalla trendline che insiste sul cambio dal 23 maggio scorso. Il livello dinamico che questa indica, 0.9750, potrebbe tornare utile anche nelle prossime giornate seppure lo strappo di questa notte sembra aver interrotto definitivamente il movimento negativo in atto da 1.0460.

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