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Euro: $1,25 funge da spartiacque per quella che è una fase congestiva

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Legnano – Quella a cui abbiamo assistito ieri è stata una giornata sostanzialmente piatta, che non ha cambiato le carte in tavola né ha fatto registrare eventi degni di nota e questo è stato in buona parte dovuto alla chiusura di Londra, piazza finanziaria mondiale strategica; questo è ancor più accentuato sul mercato valutario, che la vede come centro nevralgico degli scambi grazie alla presenza massiccia di grandi banche, fondi e broker.

Le Borse europee sono state in generale positive, dopo un inizio controverso, mentre fgli indici americani sono stati contrastanti e in buona sostanza vicini alla parità.

Ad ogni modo, archiviata la giornata di ieri, quali sono i ora i temi che si pongono all’attenzione?

Dal lato europeo, sembra prendere nuovamente forma l’asse franco-tedesco al centro del dibattito per la risoluzione della crisi; i ministri dell’economia dei due paesi core dell’Eurozona si sono infatti incontratri per metere a punto un piano di lavoro che affronti le problematiche dell’unione bancaria, la ricapitalizzazione del settore bancario spagnolo, il rafforzamento dell’unione di bilancio e la situazione della Grecia.

E’ di nuovo perciò una sorta di bilaterale tra Germania e Francia quella che si ripropone alla leadership dell’area euro, con scopo di studio e l’implementazione di provvedimenti volti a risolvere i gravi problemi che ancora affliggono l’Europa e che ci auguriamo non finiscano, e non sarebbe sicuramente la prima volta, in incontri sterili fatti di idee e proposte che non trovano poi una concreta applicazione.

Peraltro, ancora una volta, appare strano che siano soli due paesi che, per quanto siano i maggiori di Eurolandia per grandezza e importanza delle rispettive economie, si “sobbarchino” l’onere di trovare soluzione ai tanti temi che sono sul piatto salvo poi tentare di imporle agli altri, sempre ricordando che è appunto un’”Unione” tra tanti paesi quella di cui stiamo parlando.

Ma è noto, e anche l’indice Ifo ancora una volta negativo pubblicato ieri, mostrano come, dopo quella francese che non è in recessione ma neppure cresce, anche l’economia tedesca fornisca segnali di debolezza che alimentano i tanti “falchi” antieuropeisti all’interno dell’opinione pubblica della Germania dove molti parlano già dell’uscita della Grecia come il primo step verso una condizione ottimale.

Noi continuiamo a sostenere che è dalla Banche Centrali che arriveranno le azioni più forti e i veri scossoni al mercato. La BCE ancora discute sull’acquisto dei bond dei Paesi in difficoltà e sull’unione bancaria, auspicata in primo luogo dalla Spagna, che rappresentano temi più volte caldeggiati ma ancora rimasti solo su carta.

Intando dall’Australia giunge un dato negativo sul settore immobiliare mentre dal Giappone sono moderati i segnali di una ripresa in uno scenario di debole domanda per il rischio, dimostrata da una forza di Yen a cui si è assistito nella sessione asiatica di trading.

EurUsd
E’ ancora l’1,25 a fungere da spartiacque per quella che è una fase congestiva, che non concede evidenti segni di direzionalità da una parte o dall’altra. Durante la sessione asistica di trading il cambio ha fatto registrare un lieve ribasso che in queste ultime ora sembra però poter essere recuperato a favore delle resistenze di breve poste ancora una volta in area 1,2540/50, proprio all’interno di un range, ben demarcato dalla Bande di Bollinger su un grafico orario, che vede in 1,2470/80 la sua principale area di resistenza. Scadenza di opzioni con strike a 1,25 quest’oggi.

Gbp/usd
In atto con una buona regolarità la tendenza ribassista del cambio che trova la sua resistenza nella trendline che ora passa per l’1,58 figura e coincidente con la media a 21 sul grafico a 4 ore. Sebbene abbia subito un tentativo di violazione, resta ancora 1,5775 la principale resistenza che se superata ci farebbe rientrare all’interno della precedente figura di triangolo con 1,56 come livello inferiore.

Usd/jpy
Subito interrotta la sfumata tendenza rialzista sul cambio laddove avevamo tracciato un bel canale che vedeva la trendline rialzista come parte inferiore e supporto dinamico al prezzo. Nella sessione asiatica abbiamo assistito infatti a un moderato acquisto di yen che ci riportano ancora una volta a guardare al primo supporto in area 78,30 e quello ancor più importante posto al livello di 78 figura. Ancora una volta guardiamo al 78,80 al rialzo, importante area di resistenza e di confluenza di medie mobili sull’ottimo grafico a 4 ore.

Aud/usd
Sull’aussie è in atto una tendenza ribassista che lo ha portato sotto l’1,04, questo in concomitanza con la fissazione da parte della PBOC di un cambio maggiore tra dollaro e yuan (riportiamo quanto detto ieri, perché ancora assolutamente valido). Continuamo ad assitere perciò ad una diffusa debolezza di commodities currencies, molto legate al prezzo del greggio di cui parleremo a breve, che ci ha fatto assistere ad un breakout dei minimi durante la notte posti in area 1,0370. Se questo, come sembra, si invertisse ci riporterebbe in area 1,0400/10, transito di media a 200 e 21 sul 4h. Qualor dovesse proseguire, è ancora 1,0330 da guardare a vista.

Ger30
Ben analizzavamo ieri la verosimiglianza del raggiungimento di quota 7000 sull’indice tedesco, puntualmente raggiunta e superata anche se non con la spinta sufficiente per arrivare verso i massimi di breve. Ancora una volta è la soglia tonda a fare ora da supporto verso il 7100, in antitesi con il livello di supporto posto precisamente a 6880.

Ita40
15000 è ora il livello di gravitazione della quotazione, in un discorso molto simile a quello appena fatto per l’indice tedesco. La tendenza appare lievemente positiva e potrebbe portarci nuovamente in area 15300, con l’ottima media a 21 a fare da supporto sul grafico a 4 ore. 14750 il livello al ribasso.

USOil
Per poco la quotazione non si è appoggiata sulla trendline rialzista in atto in area 95 dollari il barile. Uno dei pochi movimenti degni di nota della giornata scorsa di trading si è proprio avuta infatti suk greggio, che ha fatto registre un inaspettato ribasso. Sul frone macro sembra esser la questione legata all’uragano nel Golfo del Messico ad attirare grande attenzione e a destare preoccupazione, perché è dalle piattaforma situate in quell’area che si genera più del 20% della produzione mondiale. Un aggravarsi della situazione potrebbe far lievitare il prezzo che comunque da un punto di vista tecnico continua a puntare prima a 98 e poi a 100 dollari. La trendline è il principale livello dinamico di supporto.

Xau/usd
Ieri accennavamo della potenziale rottura della trendline ribassista tracciabile dai massimi storici della quotazione a 1915. Il pullback sul 1655 era lo scenario più probabile che stimavamo e che si è poi andato descrivendosi. Restano cruciali queste ore per capire se si possa in questo caso ripartire al riazlo verso il 1700 oppure rientrare nei “ranghi” verso il 1640.

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