Investimenti

Eredità e successione: cosa cambia da quest’anno

Importanti novità in materia di imposte sulle successioni in vigore dal 1° gennaio 2025 grazie all’entrata in vigore del Decreto Successione e Donazioni.

Con la circolare 2 del 14 marzo l’Agenzia delle Entrate ha fornito una serie di chiarimenti sulle novità introdotte dal decreto e in particolar modo sull’imposta di registro. Oggi il pagamento deve avvenire, anche nel caso di successione ed eredità, da parte dei soggetti obbligati in autoliquidazione. Gli uffici procedono successivamente al controllo automatizzato della congruità del versamento e in caso di difformità avviano la notifica di un avviso di liquidazione.

La novità mirano alla semplificazione di un ambito particolarmente complesso come quello della pianificazione dell’eredità e delle successioni che, specie nel caso di patrimoni corposi, può causare lungaggini in termini di tempo dovute alla complessità della macchina burocratica.

Successioni ed eredità: le novità in vigore dal 1° gennaio 2025

Dal 2025, gli eredi sono tenuti a calcolare autonomamente l’imposta dovuta e a versarla entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione di successione. La liquidazione, pertanto, spetta direttamente ai soggetti obbligati al pagamento della stessa e non più all’ufficio.

È possibile effettuare il pagamento in un’unica soluzione o in forma rateizzata, con un acconto minimo del 20% e il saldo in 8 o 12 rate trimestrali, a seconda dell’importo dovuto.

Sono gli uffici che procedono sulla base degli elementi desumibili dall’atto ad effettuare controlli e quando si riscontri che debba essere pagata una maggiore imposta rispetto a quella autonomamente liquidata e versata dal contribuente, l’ufficio procede alla notifica di un avviso di liquidazione recante l’invito a effettuare, entro 60 giorni, il pagamento della quota parte di tributo non versata, della sanzione, nonché degli interessi di mora, calcolati a decorrere dalla data in cui l’imposta medesima avrebbe dovuto essere pagata.

Stop al coacervo: cosa significa

Altra importante novità che riguarda l’ambito delle successioni è l’abolizione del coacervo. Cosa significa? Precedentemente, al fine di calcolare l’imposta di successione, si sommavano al valore dell’asse ereditario tutte le donazioni effettuate in vita dal defunto agli eredi, il cosiddetto coacervo.

Da quest’anno il coacervo viene abolito, nel senso che le donazioni effettuate in vita non vengono più cumulate con l’eredità ai fini del calcolo dell’imposta. Per quanto riguarda le donazioni però il coacervo rimane operativo, ma esclude quelle effettuate tra il 2001 e il 2006.

Confermate le franchigie e le aliquote precedentemente in vigore che sono:

  • Coniuge e parenti in linea retta: franchigia di 1 milione di euro; aliquota del 4% sulla parte eccedente.
  • Fratelli e sorelle: franchigia di 100.000 euro; aliquota del 6% sulla parte eccedente.
  • Altri parenti fino al quarto grado e affini: nessuna franchigia; aliquota del 6%.
  • Altri soggetti: nessuna franchigia; aliquota dell’8%.