Economia

Energia, qual è il fabbisogno dell’Italia?

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La crisi energetica è al centro del dibattito internazionale e anche in Italia è da settimane che il governo studia un piano per ridurre la dipendenza dal gas della Russia, con buona pace dei prezzi che continuano a correre.

Come rivela Enea, i prezzi del gas, che a metà febbraio erano scesi del 40% rispetto alla media di dicembre, sono stati sospinti a nuovi massimi storici a marzo, tanto che nella media del I trimestre risultano in ulteriore aumento congiunturale del 4%. Nel contempo si è riavvicinato ai massimi storici anche il petrolio, che a marzo è tornato a superare i 100 dollari al barile su base mensile (100 dollari al barile la media del Brent nel I trimestre, +65% sul I trimestre 2021 e massimo dal 2014), e nuovi record ha raggiunto anche il carbone, così da determinare una crisi dei prezzi dell’energia senza precedenti per intensità e ampiezza.

E le prospettive almeno nel breve termine non sembrano essere rosee, visto l’annuncio della chiusura del gasdotto Nord Stream per manutenzione dall’11 al 21 luglio, che quasi sicuramente spingerà ancora all’insù i prezzi.

L’Italia si prepara all’inverno e riempie gli stoccaggi

Il nostro paese nel frattempo si prepara ad affrontare l’inverno e accelera sul fronte degli stoccaggi, che nelle ultime ore hanno superato quota 100 milioni, per l’esattezza 107,2 milioni di metri cubi messi nei serbatoi, soprattutto da Snam, contro i 106,8 destinati al consumo, .

“Siamo in una posizione abbastanza buona”, ha detto in una intervista a Sky il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. Se la Russia chiudesse i rubinetti del gas l’Italia subirebbe meno di altri Paesi europei. Ma il Ministro ha precisato: “E’ chiaro però che avremo un inverno difficile e francamente nessuno vuole fare misure restrittive. Un conto è dire abbassiamo la temperatura del riscaldamento di un grado, o dire per qualche mese andiamo avanti con le centrali a carbone, perché intanto risparmiamo gas transitoriamente, un conto è dire dobbiamo interrompere le attività. Questo noi cerchiamo di non farlo”.

Quanta energia serve all’Italia?

L’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) prevede che il consumo globale di gas si contrarrà leggermente nel 2022, con una crescita contenuta nei prossimi tre anni, con un aumento totale di circa 140 miliardi di metri cubi tra il 2021 e il 2025. Il mercato globale del gas naturale ha iniziato il 2022 con aspettative di una modesta crescita della domanda, “ma tutto è cambiato con l’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio. Oltre a rappresentare un’enorme tragedia umana, l’invasione ha innescato una grave crisi di approvvigionamento energetico, con ampie ripercussioni sull’economia globale e sulle prospettive energetiche”, scrive l’Aie.

“Il prezzo elevato e il contesto di offerta ristretto che si è creato durante la seconda metà del 2021 si sono ulteriormente intensificati in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. I prezzi record di oggi e le interruzioni dell’approvvigionamento stanno danneggiando la reputazione del gas naturale come fonte di energia affidabile e conveniente, gettando incertezza sulle sue prospettive, in particolare nei paesi in via di sviluppo dove si prevedeva che avrebbe svolto un ruolo crescente nel soddisfare la crescente domanda di energia e gli obiettivi di transizione energetica”.

Analizzando vari fonti emerge che tra tutti i paesi Ue, l’Italia è quello che più fa ricorso al gas naturale per la produzione di energia elettrica, per oltre il 40%.

Se prendiamo a riferimento i dati del 2019 dell‘International Energy Agency emerge che nel 2019 (cioè pre-pandemia) l’Italia ha consumato 6.099.593 TJ di energia; in particolare la fonte principale è stata il gas (41,8%), seguita dal petrolio (34,4%) e dalle fonti rinnovabili (complessivamente 19,4%).

Nel 2021 i consumi di energia elettrica in Italia sono tornati sostanzialmente ai valori pre-pandemia, recuperando il forte calo fatto registrare nel 2020. Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, il fabbisogno è stato pari a 318,1 miliardi di kWh, un valore in aumento del 5,6% rispetto al 2020.

Andando nel dettaglio, le rinnovabili hanno coperto il 36% della domanda elettrica, tornando sui volumi del 2019. I consumi industriali sono cresciuti del 10,5% rispetto al 2020. Tale incremento è soprattutto dovuto ai settori della meccanica e della siderurgia. Nel dettaglio, nel 2021 a livello territoriale la variazione è risultata ovunque in crescita: +5,2% al nord, +6,4% al centro e 5,9% al sud e nelle isole. La domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’86,5% con produzione nazionale e per il 13,5% da energia importata dall’estero. La produzione nazionale netta è aumentata del 2,4% rispetto al 2020, per un totale pari a 278 miliardi di kWh. In crescita le fonti di produzione eolica (+10,8%), termica (+3,8%) e fotovoltaica (+2,1%). In flessione le fonti di produzione idrica (-5,4%) e geotermica (-2,1%).