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Dopo la ripresa di Wall Street, emissioni di junk bond accelerano

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Dopo un quarto trimestre disastroso, la ripresa del mercato ha favorito una nuova ondata di emissioni obbligazionarie ad alto rischio (junk bond). Lo scopo principale, per le società altamente indebitate che si impegnano nell’emissione, è spesso quello di ottenere risorse fresche per distribuire i dividendi agli azionisti. Data la rinnovata esuberanza dei mercati, è il momento giusto per stuzzicare l’appetito per il rischio.

L’emissione di obbligazioni junk, così, ha superato il ritmo dell’anno scorso, secondo quanto calcolato da Bloomberg: solo la scorsa settimana sono stati piazzati 12 miliardi di dollari in bond, “la settimana più attiva in 20 mesi”. Anche le emissioni investment grade, per quanto, siano inferiori rispetto a un anno fa stanno recuperando. La più rilevante (per quanto non made in Usa) è stata effettuata dal colosso petrolifero saudita, Saudi Aramco, tornata sul mercato a inizio aprile, con cinque emissioni da 12 miliardi di dollari complessivi.

“Le società di private equity hanno approfittato delle condizioni di credito favorevoli per ridurre i rischi e realizzare al più presto i guadagni”, ha aggiunto Bloomberg, “hanno gravato le società in cui investono con più debito per pagare i propri dividendi”. L’emissione di prestiti a leva per le distribuzioni agli azionisti avrebbero raggiunto ad aprile il livello massimo degli ultimi sei mesi.

Ad esempio la società di private equity Hellman & Friedman ha fatto emettere alla Pharmaceutical Product Development la più grande emissione obbligazionaria altissimo rischio (il pagamento degli interessi può essere ritardato) dal 2017, per favorire un pagamento complessivo da 1,1 miliardi di dollari.