(9Colonne) – Parigi, 24 apr – Quando il gioco si fa duro, i giornali iniziano a giocare… Le attesissime elezioni presidenziali in Francia hanno avuto infatti un effetto collaterale tutt’altro che trascurabile sull’editoria transalpina, con alcune testate che nelle settimane precedenti il voto di domenica scorsa hanno aumentato la tiratura addirittura del 20%. Dominique Quinio, direttore del quotidiano cattolico La Croix, in un’intervista a Le Monde ha spiegato come l’incremento nelle vendite della sua testata sia da attribuirsi “essenzialmente all’indecisione fra gli elettori e a un reale bisogno di comprendere tutte le questioni in ballo”. “E per avere una visione approfondita – ha aggiunto – non c’è niente di meglio che la carta stampata”. Ovviamente i direttori avevano previsto un maggiore interesse dei lettori, e si erano premuniti. Il settimanale liberale Marianne, ad esempio, la settimana scorsa aveva preparato un dossier sul candidato di centrodestra, lanciato in copertina col titolo: “Il vero Sarkozy: tutto ciò che i grandi media non vogliono o non osano dirvi”. La mossa ha pagato: Marianne ha dovuto eccezionalmente aumentare la tiratura da 300 mila a 440 mila copie per soddisfare la domanda. Stesso trend per altre testate come il Nouvel Observateur, che nelle scorse settimane ha visto anch’esso un incremento di circa il 20% nelle vendite rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre Le Point, settimanale economico, ha registrato un aumento del 17%. Per venire incontro alla fame di politica dell’opinione pubblica francese, numerosi settimanali che vengono tradizionalmente pubblicati il mercoledì la scorsa settimana hanno anticipato di un giorno l’uscita in edicola. Dell’“effetto presidenziali” hanno beneficiato anche i quotidiani, che da anni a questa parte in Francia devono fare i conti con un apparentemente inarrestabile declino di lettori. Le Monde ha dichiarato ad esempio che le copie distribuite (fra abbonamenti ed edicole) sono cresciute mediamente del 2,2% rispetto alle stesse settimane del 2006. “Non accadeva da anni che ci fosse un segno positivo davanti all’andamento percentuale delle copie distribuite”, ha osservato Hervé Bonnaud, direttore marketing del quotidiano.
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