(9Colonne) – Roma, 19 mar – A 50 giorni dal voto di primavera, che chiamerà alle urne 12 milioni di italiani, La Stampa pubblica un articolo dal titolo “L’incubo di Silvio è il flop nei Comuni”. “Per il Cavaliere le prossime elezioni amministrative rischiano di trasformarsi da sogno in incubo – scrive il quotidiano -. Il sogno sarebbe quello di dare la spallata definitiva al governo Prodi, con un risultato che ne certifichi l’impopolarità al di là dei sondaggi. L’incubo berlusconiano, invece, è quello di mancare il colpo del kappaò. Addirittura, di finire clamorosamente al tappeto. Con il centro-destra che, anziché andare avanti rispetto alle precedenti elezioni, fa come il gambero. Dati alla mano, quest’ultima è l’ipotesi più concreta. Sui 28 comuni capoluogo dove si voterà nell’ultimo weekend di maggio, l’Unione conta al momento 13 sindaci, mentre 15 ne ha la Cdl. Chi sente l’umore della gente, il ventaccio che tira, la protesta contro Prodi, può pensare: stavolta come minimo Berlusconi piazzerà 17 o 18 bandierine. Altrimenti come si giustificano i 15 punti di vantaggio che sbandiera? La realtà, tuttavia, è diversa. Chi sostiene nei sondaggi di volere nuovamente Berlusconi a Palazzo Chigi, non usa gli stessi criteri per scegliersi il sindaco”. “I casi in cui la Cdl potrebbe lasciarci le penne sono perlomeno otto. Su due, Parma e Lucca, a via dell’Umiltà non si scommette un centesimo, le danno già per perdute. Per altre 6 la prognosi è riservatissima. A Taranto, solita storia: il candidato su cui punta il centrodestra non è quello con le chances migliori. A Lecce, l’addio forzato della Poli Bortone solleva un grave problema di successione. Idem a Olbia e a L’Aquila, dove i sindaci uscenti non sono ripresentabili per la terza volta consecutiva. Ma l’allarme rosso, in senso tecnico, viene da dove meno (a destra) se lo sarebbero aspettato, dalla Sicilia. Se si guardano i voti delle ultime politiche, nell’isola non ci sarebbe storia, la Cdl vincerebbe a mani basse. Peccato che stavolta siano elezioni amministrative. Cosicché Berlusconi può perdere Agrigento dove Piazza, il sindaco uscente, è alquanto fragile nel giudizio della gente. Verrà rimesso in pista solo perché lo pretende un ras locale come Angelino Alfano, ma il Cavaliere incrocia le dita. La vera sciagura è se cade pure Palermo, dove l’Unione ha calato l’asso nella persona di Leoluca Orlando”.
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