Economia

Educazione finanziaria, 7 genitori su 10 danno la paghetta ai figli

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La paghetta ai figli è una pratica ampiamente diffusa tra le famiglie italiane: quasi 7 genitori italiani su 10 (66%) hanno dichiarato di dare la mancia ai propri figli per abituarli a fare qualche spesa in autonomia e responsabilizzarli. Il 40% dei genitori è solito dare la mancia ai propri figli con cadenza settimanale. Il 22% preferisce, invece, dispensarla su base mensile.

È quanto emerge dalla ricerca condotta dalla piattaforma di e-learning GoStudent e dalla challenger bank N26, che in occasione del mese dell’educazione finanziaria (ottobre), hanno voluto dare voce ai genitori italiani e conoscerne più da vicino prospettive e opinioni su temi come la paghetta, il risparmio e l’utilizzo del denaro.

Grazie a una somma percepita mensilmente i ragazzi, soprattutto quelli più grandi, hanno, infatti, l’opportunità di sviluppare maggiore autonomia nelle decisioni economiche e in una prospettiva di più lungo periodo. Sempre al 22% si attesta, invece, la percentuale di genitori che non hanno concordato una frequenza prestabilita. Il 15% dei genitori dà la paghetta su richiesta, in base alle esigenze dei figli. Solo l’1% la dispensa quotidianamente.

Per 4 ragazzi su 10 la paghetta settimanale è tra 10 e 20 euro. Sono soprattutto gli adolescenti della fascia 14-16 anni a percepire questa cifra. Con il salire dell’età aumenta anche la quantità di denaro messo a disposizione dalle famiglie. Solo il 10% prende più di 50 euro di mancia ogni settimana e si tratta prevalentemente dei ragazzi dai 17 anni in su.
Non ci sono invece differenze di genere: la somma destinata ai ragazzi e alle ragazze risulta essere la stessa.

La paghetta è indipendente dal rendimento scolastico

Per il 45% delle madri e dei padri che hanno preso parte al sondaggio di GoStudent e N26 la paghetta non dipende assolutamente dal rendimento scolastico. Per il 28% dei ragazzi italiani, invece, andare bene a scuola rappresenta un incentivo per poter ottenere del denaro extra. Infine, l’11% dei genitori sostiene che la paghetta debba essere commisurata alle performance scolastiche e che dei buoni risultati nello studio siano una condizione imprescindibile. Niente mancia, quindi, se i figli vanno male a scuola.

Oltre il 99% dei genitori italiani dichiara di sapere l’uso che il proprio figlio fa del denaro. I giovani risparmiatori superano il 25%. Il 99,5% dei genitori intervistati dice di essere a conoscenza dell’utilizzo che il proprio figlio fa della paghetta. Oltre il 50% la destina alle uscite con gli amici, mentre il 16% la usa prevalentemente per acquistare libri, videogiochi, film e musica. Più del 25%, infine, accantona regolarmente almeno una parte della paghetta, con lungimiranza e senza alcuna imposizione da parte dei genitori.

Il 91% ritiene cruciale l’importanza del risparmio

Le famiglie italiane, che sono tra le più attente al risparmio in Europa, guardano anche al futuro e  concordano, quasi all’unanimità, sul fatto che educare bambini e ragazzi all’uso consapevole del denaro e all’importanza del risparmio contribuisca a prepararli al mondo e a renderli più responsabili. Infatti, sempre secondo il sondaggio di GoStudent e N26, sono oltre il 91% i genitori che ritengono sia importante trasmettere ai propri figli, fin da quando sono piccoli, le prime nozioni di educazione finanziaria.
Il 61% ha, inoltre, dichiarato di affrontare regolarmente il tema del risparmio e di fare il possibile per trasmettere questo valore ai propri figli e sensibilizzarli. Il 30% dice, invece, di non discutere costantemente di risparmio, ma che, comunque, questo sia un argomento abbastanza ricorrente in casa. Solo il 2% degli intervistati non impartisce alcun tipo di insegnamento finanziario e sostiene di non considerarlo un aspetto fondamentale nel percorso di crescita dei propri figli.

L’82% dei genitori vorrebbe più educazione finanziaria a scuola

Oltre 8 genitori su 10 vorrebbero che l’educazione finanziaria fosse affrontata sui banchi di scuola e inclusa nei programmi scolastici. Ad oggi, invece, gli insegnamenti finanziari sono ancora quasi completamente appannaggio delle famiglie italiane. Un fattore questo che può contribuire a creare disparità sociale e a far sì che temi come il valore del denaro e l’importanza del risparmio rimangano una prerogativa dei ragazzi con i genitori più istruiti e abbienti.

In altri Paesi, come il Portogallo e in molti Stati americani, l’educazione finanziaria è, invece, da tempo materia scolastica obbligatoria. Nell’attesa che la finanza sia affrontata sistematicamente anche dalle scuole italiane, enti privati e istituti bancari possono rivestire un ruolo chiave e offrire un importante supporto alle famiglie. È, infatti, solo attraverso una cultura finanziaria solida che i nostri ragazzi saranno in grado di gestire gli imprevisti finanziari e assumere decisioni in futuro.

2 genitori su 3 soddisfatti della gestione della paghetta dei figli

Nonostante la carenza di educazione finanziaria nel nostro Paese, il 64% dei genitori intervistati dice di essere soddisfatto di come sta gestendo la paghetta dei figli e di sentirsi a proprio agio nel sensibilizzarli ad un buon utilizzo del denaro. Il 37%, invece, non si sente per nulla o non del tutto all’altezza di questo compito e sono molti i genitori che vorrebbero poter contare su un supporto esterno per ciò che concerne l’educazione finanziaria dei propri figli. Mariano Demartino, country manager di GoStudent Italia, ha commentato:

“La cultura finanziaria è una competenza fondamentale per la vita. Dare una paghetta ai propri figli è un modo per lasciarli liberi di scegliere, ma anche per metterli alla prova, ponendo le basi di quell’educazione finanziaria di cui il nostro Paese è ancora carente. Infatti, avere a disposizione del denaro permette a bambini e ragazzi di soddisfare dei piccoli desideri, ma allo stesso tempo di imparare ad apprezzare il valore delle cose e a gestire i propri soldi”, ha dichiarato

Per Andrea Isola, General Manager Italy and South-Eastern Europe di N26, ha concluso:

“I dati emersi dalla ricerca con GoStudent tracciano una fotografia chiara: se da un lato i ragazzi si approcciano autonomamente al risparmio, iniziando ad accantonare parte della paghetta, dall’altro arriva una richiesta chiara da parte delle famiglie. C’è bisogno di formazione su questi temi, di interlocutori terzi che supportino le famiglie nei percorsi di educazione finanziaria che possono partire in casa, ma devono continuare altrove. La partnership tra N26 e GoStudent è un primo passo in questa direzione e l’impegno come banca è quello di continuare a mettere a disposizione il nostro know-how per la creazione di una cultura finanziaria sempre più solida e inclusiva”.