Economia

Economia Eurozona resiste (per ora) a paure Grecia, Pmi Italia a record un anno

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ROMA (WSI) – Il dato finale relativo al Pmi Composite dell’Eurozona è salito nel mese di giugno a 54,2 dai 53,6, e al di sopra dei 54,1 -seppur in misura lieve – dal numero preliminare di 54,1 punti. E’ quanto ha diffuso la società che stila l’indicatore, Markit Economics, sottolineando che il valore è al record dal maggio del 2011.

Il rialzo, spiega Markit, ha portato l’indice relativo all’intero secondo trimestre ad attestarsi al record in quattro anni.

A giugno, la crescita ha interessato sia il settore manifatturiero che quello dei servizi. (con quello dei servizi irlandese che ha messo a segno il balzo più forte dal settembre del 2006).

I dati sul PMI nazionale indicato che l’Irlanda è rimasta al top della lista in termini di crescita, con il suo tasso di espansione di produzione al massimo in sei mesi. L’Italia ha visto il Pmi a 54 punti, ovvero al record in 12 mesi, ma la maggiore sorpesa è stata la Francia, con indice al massimo in 46 mesi.

Bene anche la Germania, ai massimi in due mesi, mentre la Spagna ha deluso, al minimo in sei mesi.

In particolare Markit ha reso noto che l’indice Composite di giugno dell’Italia, a 54 punti, ha battuto le attese di 53,3 punti ed è salito rispetto ai 53,7 punti precedenti, con l’indice dei servizi avanzato a 53.4 (stime 52.3; precedente 52.5)-

L’indice suggerisce che “le turbolenze fino a questo momento hanno avuto un lieve impatto sull’economia reale – ha commentato Chris Williamson, responsabile economista presso Markit, a Londra – La combinazione degli stimoli della Bce e la bassa inflazione sembrano continuare a sostenere le spese tra i consumatori e le aziende, compensando l’ansia da ‘Grexit'”.

Il report composite ha mostrato che il sottoindice dell’occupazione ha continuato a salire a giugno, confermando che nel secondo trimestre è stato testato il record in quattro anni. Tuttavia, un sottoindice che misura le prospettive della domanda, è sceso al minimo in quattro mesi, a 53,3 da 53,5. “Una qualche forma di avversione al rischio si sta facendo strada – ha avvertito Williamson – e ciò potrebbe colpire la crescita nei prossimi mesi, se la crisi greca non verrà risolta presto”.