Economia

È il giorno della BCE: perché gli analisti danno per scontato un taglio da 25 punti base

Grande attesa dei mercati per la riunione di oggi della BCE. Le previsioni danno praticamente per certo un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base per effetto della preoccupazione crescente per le turbolenze economiche legate alle tensioni commerciali globali, in particolare la guerra dei dazi avviata dall’amministrazione americana di Donald Trump, che pesa più delle pressioni inflazionistiche ancora presenti nell’Eurozona.

Cosa aspettarsi dalla riunione odierna

Il taglio previsto porterebbe il tasso sui depositi al 2,25% e quello principale di rifinanziamento al 2,4%.

“Dopo la riunione di marzo, sembrava che la BCE fosse pronta a prendersi una pausa per monitorare l’andamento delle variabili macroeconomiche e capire come pianificare la strategia monetaria. Tuttavia, dal celebre Liberation Day del 2 aprile, il mondo è totalmente cambiato, obbligando la BCE a essere flessibile e a rivedere le proprie scelte. Le forti tensioni commerciali e il marcato apprezzamento dell’euro hanno inevitabilmente aumentato le aspettative per un nuovo taglio dei tassi d’interesse da parte della BCE. L’annuncio dei nuovi dazi americani contro l’Unione Europea ha riportato in primo piano i rischi per la crescita dell’Eurozona. A questo si è aggiunto il forte apprezzamento dell’euro sui mercati valutari e il calo dei prezzi energetici, entrambi elementi che alimentano le pressioni disinflazionistiche. In questo contesto, la BCE appare costretta a proseguire il ciclo di riduzione del costo del denaro, con un probabile taglio da 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,25%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale dal 2,65% al 2,40% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale dal 2,90% al 2,65%” scrive in una nota Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.

Nonostante le smentite di qualche governatore della BCE, Diodovich non esclude che possa essere sul tavolo anche la possibilità di un taglio di 50 bps. “Tenendo conto che il Consiglio Direttivo deve trovare un compromesso tra le varie view dei membri lo scenario preferito sarà quello di una riduzione del costo di 25 basis points”.

Cosa aspettarsi per il resto dell’anno?

I mercati stanno già prezzando la possibilità di ulteriori tre riduzioni nel corso del 2025, con il tasso sui depositi che potrebbe scendere tra l’1,5% e l’1,75% entro fine anno. La BCE si trova dunque a un bivio: deve bilanciare la necessità di sostenere la crescita economica, minacciata dall’incertezza politica e commerciale, con l’obiettivo di mantenere l’inflazione sotto controllo.

Come spiega Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO, il mercato sta attualmente prezzando un tasso terminale di circa l’1,7% in assenza di un contesto più recessivo, “che rimane sostanzialmente coerente con le nostre stime per una configurazione neutrale delle politiche per l’eurozona. La riunione di giugno sarà caratterizzata da un aggiornamento delle proiezioni macroeconomiche e, a nostro avviso, sembra una buona opportunità per la BCE di rivalutare in modo olistico se sarà necessaria una vera e propria politica di stimolo per difendere l’obiettivo di stabilità dei prezzi del 2%”.

Inflazione e crescita: il peso dell’incertezza

Se l’inflazione nell’Eurozona si mantiene intorno al 2,2% annuo, ovvero vicino all’obiettivo del 2% della BCE, il quadro resta complesso. Le tariffe commerciali possono generare pressioni inflazionistiche, ma la forza dell’euro e il calo dei prezzi energetici esercitano un effetto opposto. Per questo motivo- secondo un’opinione diffusa tra gli analisti – la BCE continuerà a prendere decisioni dipendenti dai dati, riunione per riunione, senza fornire indicazioni rigide sul futuro percorso dei tassi.

Impatti attesi

Il taglio dei tassi di oggi dovrebbe ridurre il costo del credito per famiglie e imprese, con benefici attesi soprattutto per i mutui a tasso variabile. Anche se ad oggi i fissi restano più convenienti: secondo la simulazione di Facile.it, il tasso fisso, dati alla mano, è, seppur di poco, ancora il più conveniente; guardando alle migliori offerte disponibili online, gli indici partono da un Tan del 2,76% corrispondente ad una rata di 582 euro, mentre i variabili partono da 2,97% ed una rata di 596 euro.