In Europa il numero di utenti della Rete e’ destinato ad aumentare entro la fine del 2001, superando quello degli Stati Uniti. Lo afferma uno studio della societa’ di ricerche di mercato International Data Corp.
L’Europa e’ gia’ all’avanguardia nell’utilizzo dei telefoni cellulari e, entro il 2003, l’accesso degli europei alla rete attraverso i telefoni mobili dovrebbe superare di due a uno quello degli americani.
L’Europa ha ancora parecchia strada da percorrere quando si parla di e-commerce che, secondo IDC, rappresenta solo il 10% dell’attivita’ economica online. Una quota cosi’ bassa e’ dovuta agli alti costi telefonici per l’accesso Internet e alla scarsita’ di siti in lingua locale.
Le principali societa’ europee si sono buttate nel commercio online in ritardo rispetto alle concorrenti americane e gli analisti prevedono che le vendite online di beni e servizi raddoppieranno ogni anno per i prossimi cinque anni.
“Nel complesso l’Europa, nonostante il suo ritardo, ha il potenziale per raggiungere quota 1,6 trilioni di euro di scambi online entro il 2004 – dice Therese Torris, specialista del commercio elettronico europeo di Forrester Research – Si prevede che spendera’ 900 miliardi di euro nell’e-commerce entro il 2005”.
Per il momento la maggior parte dell’attivita’ online si concentra nel settore automobilistico, dei trasporti, turismo, informatica ed elettronica, con un netto vantaggio dei Paesi scandinavi rispetto a quelli dell’Europa meridionale.
Gli scambi business-to-business rappresentano la maggioranza delle transazioni europee. “Il B2B e’ l’anima del mercato con oltre l’80% del commercio online totale”, ha commnetato il commissario europeo per la “societa’ per l’informazione” (IT), Erkki Liikanen.
Le principali multinazionali europee hanno iniziato a trasferire la maggior parte dei loro affari B2B online.
Siemens (SMAWY), ad esempio, ha trasferito in nove mesi il 70% dei suoi distributori sulla Rete.
In marzo le tre maggiori societa’ petrolifere europee, BP Amoco (BPA), Royal Dutch/Shell Group (RD) e TotalFinaElf (TOT) si sono alleate con Deutsche Bank (DTBKY), Societe’ Generale (SCGLY), Goldman Sachs (GS) e Morgan Stanley Dean Witter (MWD) per creare il mercato virtuale IntercontinentalExchange destinato alla contrattazione online di prodotti petroliferi e metalli preziosi entro la fine dell’anno.
Le case automobilistiche DaimlerChrysler (DCX), Volkswagen (VLKAY) e Renault stanno operando su Internet, sia negli scambi B2B che business-to-consumer. Nonostante i vantaggi degli acquisti online, la scelta di autovetture e’ pero’ piu’ limitata di quella del concessionario.
Molte altre societa’ di beni di consumo sono state piu’ lente ad avvicinarsi all’e-commerce, ma ci sono delle eccezioni. Uno dei pionieri europei degli acquisti online e’ il grande magazzino tedesco Karstadt-Quelle che ha aperto un centro commerciale virtuale nell’ottobre 1996. Il paese piu’ avanzato sembra attualmente essere la Gran Bretagna, dove il mercato e’ guidato da Tesco con vendite online di 125 milioni di sterline nel 1999.
La crescita di Internet sta aprendo alle banche possibilita’ inimmaginabili in termini sia di riduzione dei costi che di creazione di nuovi servizi. La maggior parte degli istituti di credito leader nel settore, quali la francese BNP Paribas o la tedesca Commerzbank (CRZBY), hanno sviluppato sistemi di distribuzione multipla che permettono alla clientela di poter accedere ai servizi bancari tramite la Rete.
Banche digitali, quali Egg.com, stanno togliendo clienti alle banche tradizionali. Hanno il vantaggio di essere libere dai costi fissi che affliggono le banche tradizionali (personale e uffici) e quindi possono offrire il loro servizio a un prezzo ridotto.
Le banche tradizionali dal canto loro stanno reagendo a questo nuovo tipo di concorrenza. Banca di Roma , ad esempio, si e’ alleata con Telecom Italia (TI) per creare una banca online.