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Dopo la correzione di Wall Street, view dei ‘tori’ poggia su crescita Pil

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Secondo David Kelly, chief strategist di JP Morgan AM, e James Paulsen, Chief Investment Strategist del Leuthold Group, la caduta del mercato azionario Usa delle ultime settimane contiene più opportunità che moniti negativi per il futuro.

 
In una comunicazione ai media e ai clienti, Kelly ha dichiarato che, stanti i dati economici solidi, le vendite delle ultime settimane sarebbero in buona parte dovute alle mosse dei fondi a gestione passiva e da quelle guidate da algoritmi. Così Kelly:

“Una delle cose che dobbiamo superare è l’impressione che il mercato sia deciso e determinato giorno per giorno da milioni di piccoli Warren Buffett che pensano attentamente al valore delle azioni. Non è mai stato così e non è così oggi”, ha detto Kelly. “Col tempo, si è passati da mercati mossi da investitori individuali e istituzionali che quantomeno prendevano in considerazione al valore delle azioni, per quanto inclini a fasi di paura e ottimismo, ad un mercato che è, al contrario, sempre più dominato da fondi passivi o investitori guidati da algoritmi“, ha aggiunto lo strategist di JP Morgan, sottolineando che a fine anno l’influenza di questi fattori aumenta data la fetta di gestori “attivi” in vacanza.

Se poi si considera il calo del 15% dall’inizio del trimestre, Kelly ritiene quella attuale una fase favorevole per gli acquisti. “Quando le fluttuazioni nel valore dei titoli non sono validate da debolezze reali negli utili o da incrementi dei tassi d’interesse, cioè quando non sono espressione di un problema autentico, tali correzioni tendono a cancellarsi”.

 

La visione di Paulsen (strategist di lungo corso, in precedenza, presso Wells Capital Management) non si discosta molto da quella di Kelly, prendendo le mosse dai dati economici che – nonostante il rallentamento – restano positivi. “Se non c’è recessione, per me questa è una correzione acquistabile”, ha dichiarato a Cnbc. Quando la correzione dei titoli non si accompagna a una recessione “tende a svanire e invertire la rotta: la chiave è la presenza della recessione”.
La previsione per il Pil americano nel 2019 di Paulsen è, in linea con il consenso, intorno al range basso del 2%. “Questa è un delle ragioni per le quali sono ancora rialzista”, ha dichiarato.