(9Colonne) – Francoforte, 4 giu – “Quando vinse la medaglia d’oro nei 200 metri alle Olimpiadi di Roma, Livio Berruti era alto 1,82 e pesava 69 chili. Questo genere di atleta oggi non esiste più. Oggi la maggioranza degli atleti che prende a un’Olimpiade si dopa”. Lo afferma Sandro Donati, maestro dello sport da molti anni in lotta contro il doping, intervistato dal quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung. “Se chi pratica sport agonistico può fare sei ore al giorno di duro allenamento e giunge a modificare persino il proprio aspetto, ciò è dovuto esclusivamente all’utilizzo di ormoni”. Il doping, sostiene il professor Donati, è una pratica diffusa da almeno quindici anni in tutti gli sport di squadra, calcio compreso. Il problema – osserva – è che gli atleti sono le prime vittime, mentre passano per gli unici colpevoli. “Nessuno si occupa degli allenatori, dei medici, dei dirigenti: è lì che si dovrebbe colpire”. Donati mostra poca fiducia nelle autorità sportive internazionali: “Il Cio ha accolto nelle sue file una signora di nome Manuela Di Centa, vincitrice delle Olimpiadi di Lillehammer, alla quale in quell’occasione fu riscontrato un valore di ematocrito del 54%. La sua presenza nel Comitato Olimpico Internazionale mi sembra un pessimo segnale”.
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