Economia

Deficit: Ue si arrende, vuole alzare la soglia, ora pari al 3% del Pil

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New York – Le autorita’ europee sono convinte di avere abbastanza manovra di azione per poter alzare il tetto del deficit consentito agli stati membri dell’area euro, senza violare il Patto di Stabilita’ e Crescita (PSC).

Stando alle ultime indiscrezioni la Commissione Europea si starebbe preparando a una piccola rivoluzione nella sua strategia economica, per paura che le misure fiscali estremamente rigide infliggano danni irrevocabili ai paesi in difficolta’, come Italia, Spagna, Belgio e Olanda.

Come suggerito anche in un’intervista concessa a Wall Street Italia da Warren Mosler, economista e gestore di fondi Usa, autore di punta della Modern Monetary Theory (MMT), il trattato di Stabilita’ e Crescita Ue va modificato alzano il limite del deficit concesso – ora fisso al 3% del Pil – per favorire la crescita dei paesi indebitati.

Per riuscire a far passare il piano bisognera’ pero’ superare l’ostacolo della Germania. “Il patto non e’ stupido. Ci sono elementi di flessibilia’ quando la crescita e’ piu’ bassa del previsto”, osserva al Telegraph uno strategist veterano della Commissione.

Le regole attuali stipulano che ogni stato debba tagliare il deficit al 3% della crescita economica entro il 2013, ma non e’ una legge scritta su pietra. “Se un paese sta facendo bene i compiti e mostra di aver intrapreso un’azione decisa, allora possiamo anche mostrare una certa flessibilita’”, ha spiegato al quotidiano britannico lo strategist.

Marco Buti, direttore generale di Economia per la Commission, sostiene che il sistema regolamentare Ue “lascia uno spazio considerevole per modellare la reazione politica fiscale” e “consente esplicitamente di attivare stabilizzatori automatici in risposta agli shock eventuali”.

Non e’ un caso che il cambiamento di rotta arrivi in un momento critico come questo per Bruxelles, sempre piu’ circondato da forze politiche anti-europeiste, o formazioni “colombe” pro crescita. La Commissione sentee l’urgenza di fare qualcosa e farlo al piu’ presto, anche per placare gli animi e contenere il malcontento dei cittadini.

Il successo del Fronte Nazionale di Marine Le Pen in Francia (sfiorato il 20% al primo turno) e la presumibile vittoria del socialista Hollande alle elezioni presidenziali del 6 maggio, fattori che si vanno a unire al collasso del governo olandese, che ha dovuto soccombere all’opposizione decisiva alle nuove misure di austerita’ per 16 miliardi del partito di estrema destra. Il Partito per la Liberta’ (PVV) guidato da Geert Wilder garantiva un appoggio esterno all’esecutivo.

Perche’ la riforma politica vada in porto Bruxelles ha bisogno di ottenere il consenso dei ministri Ue. Nel dettaglio, servirebbe un voto di una maggioranza qualificata per bloccare un’iniziativa di questo tipo. In poche parole la Germania da sola non ha potere di veto.

Il Patto di stabilita’ e crescita (PSC) e’ un accordo stipulato dai paesi membri dell’Unione Europea, inerente al controllo delle rispettive politiche di bilancio. E’ anche detto Trattato di Amsterdam.