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Decorrelazione tra oro e petrolio. Metallo giallo ancora bene rifugio?

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Legnano – A costo di sembrare ripetitivi (ed in effetti lo siamo), non possiamo far altro che confermare il quadro di sentiment dipinto nei giorni scorsi. Ci troviamo difatti ancora di fronte a mercati che manifestano delle preoccupazioni circa la crisi dell’area euro, con crescente avversione al rischio che determina forti acquisti di dollaro americano contro le valute a più alto rendimento rispetto ad esso, acquisti di yen giapponese contro il greenback a causa del fatto che lo yen risulta essere ancora lontano dai massimi storici e dunque ha ancora spazio per salire dopo che la BoJ ha stoppato i propri interventi di stimolo in attesa di capire meglio quali potrebbero essere le evoluzioni relative all’eurozona a fronte di vendite sui comparti azionari ed obbligazionari (quest’ultimi ancora molto tirati soprattutto sugli statali, con il 10 anni spagnolo che ha mostrato rendimenti ancora in salita e sempre più vicini al fatidico 7%).

Per quanto riguarda le commodities invece? Stanno anch’esse continuando a seguire i flussi di appetito per il rischio in maniera direttamente proporzionale o sta cambiando qualcosa all’orizzonte?

Troppo presto per decretare qualsiasi sorta di cambiamento in maniera definitiva, ma l’analisi empirica dei movimenti di prezzo cui abbiamo assistito ieri ci impone una riflessione, già cominciata qualche giorno fa a livello di scenari futuri macroeconomici e che ieri sembra aver mostrato il primo set di prove (che, ribadiamo, non è ancora sufficiente per decretare la partenza di un cambio di sentiment ma che può essere considerato un episodio pilota).

Si tratta della decorrelazione vista per qualche ora tra oro e petrolio che, come si può notare dal grafico in pagina, sono andati a muoversi in maniera speculare anziché nella stessa direzione, il tutto a vantaggio del metallo giallo.

Mentre il petrolio è sceso a toccare dei minimi in area 87.50, l’oro è stato in grado di rimbalzare in maniera molto vigorosa guadagnando quasi 40 dollari dai minimi di 1,531.15 per poi attestarsi sopra il 1,560.00.

Questo potrebbe essere un primo sentore della possibilità che si torni a vedere l’oro come bene rifugio da comprare nelle fasi di risk off come analizzato in maniera più approfondita nelle scorse puntate, dobbiamo cominciare a seguire anche questo potenziale scenario, affidandoci, come sempre, ai livelli tecnici per qualsiasi decisione operativa. Nel medio periodo, il livello di 1,525.00 sarà quello che considereremo come spartiacque tra mercato rialzista e ribassista.

EurUsd
L’euro testimonia sempre più di trovarsi all’interno di una forte tendenza ribassista, andando ogni giorno di più a ricercare minimi indietro nel tempo. Con il minimo di ieri, a 1.2357, abbiamo toccato livelli del primo giorno di luglio 2010. Il livello obiettivo di lungo sembra, invece, il minimo di giugno 1.1875: nel breve possiamo notare la resistenza di 1.24 figura (livello di transito della media breve a 21 su grafico orario, che ha funzionato molto bene nelle ultime tre giornate) mentre al di sotto del minimo precedente potrebbero scatenarsi ulteriori vendite per la moneta unica.

UsdJpy
Dopo giorni di inattività qualcosa sembra muoversi sul cambio UsdJpy, che con la rottura a ribasso conferma la volontà di continuare la tendenza ribassista in atto da fine marzo. L’obiettivo si trova sempre sulla parte bassa del canale ribassista (circa 78 figura) ampio circa un paio di figure. Come sosteniamo da qualche giorno, l’inversione di questa tendenza si avrà con la rottura dell’area posta fra 79.80 e 80 figura.

EurJpy
Scende anche il cambio EurJpy e archiviato l’obiettivo indicato dalla configurazione sul giornaliero non rimane che guardare lo svolgimento della tendenza su un grafico orario. La regressione lineare in atto dal 20 aprile scorso suggerisce di prestare attenzione a 97.35 così come ad un, lontano, livello di resistenza posto poco al di sotto di 100 figura.

GbpUsd
La rottura del cable dell’area chiave di 1.56 ha portato ad un inequivocabile inizio di un’ulteriore tendenza ribassista. La candela giornaliera più ampia da marzo (e una delle prime tre a livello annuale) ha portato la sterlina ad indebolirsi sino a 1.5475 con una proiezione a ribasso che dovrebbe portare i prezzi al minimo di gennaio scorso. Il livello chiave di 1.56 sarà da utilizzare se dovessimo cercare di anticipare una ripresa del cambio.

AudUsd
Il calo del dollaro australiano di ieri ha portato i prezzi di AudUsd sui minimi da novembre. Sembra che il picco del 25 novembre passato, 0.9665, sia l’ultimo livello di supporto da considerare oltre il quale potrebbe avvenire un calo dal primo obiettivo di 0.9390.

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