Economia

Dazi Usa: Made in Italy trema, rischia stangata da un miliardo di euro

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Il made in Italy rischia di pagare un conto salatissimo dopo che ieri il WTO ha dato il via libera ai dazi americani all’Europa per circa 7,5 miliardi di dollari per sanzionare gli aiuti al consorzio Airbus.

I prodotti che rischiano di finire nella “lista nera” non sono ancora stati identificati. Ma già si parla di un conto da circa un miliardo di euro, secondo i primi calcoli di Coldiretti, risultato di aumenti tariffari che in alcun casi potrebbero arrivare anche del 100 per cento. Tra una decina di giorni la commissione statunitense Dsd dovrebbe esprimersi su come rastrellare questi 7,5 miliardi, ma a tremare sono i produttori dei simboli della tavola italiana, dal prosecco al parmigiano Reggiano, passando per l’olio di oliva, le cui esportazioni negli Usa valgono 4,2 miliardi euro.

L’Italia potrebbe essere dopo la Francia il paese più colpito e a pagare il conto più salato rischia di essere proprio l’agroalimentare con vini, formaggi, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, agrumi, olive, uva, marmellate, succhi di frutta, pesche e pere in scatola, acqua, superalcolici e caffè”, precisa in una nota Coldiretti, in pericolo sono soprattutto i formaggi.  

“Quello americano è, dopo la Germania, il secondo mercato estero per Parmigiano Reggiano e Grana Padano per i quali – rileva Coldiretti – la tassa passerebbe da 2,15 dollari a 15 dollari al kg, facendo alzare il prezzo al consumo fino a 60 dollari al kg. Ad un simile aumento corrisponderà inevitabilmente un crollo dei consumi stimato nell’80-90% del totale, secondo il Consorzio del Parmigiano Reggiano. Ma il re dei formaggi non è il solo simbolo del Made in Italy a tavola vittima della manovra di Trump. Un altro esempio è rappresentato – spiega ancora l’associazione  – dalla Mozzarella di Bufala Campana Dop che negli Usa costa 41,3 euro al chilo, che salirebbe a 82,6 euro al chilo nel caso fossero applicati dazi pari al 100% del prodotto. Attualmente il dazio sulla mozzarella è di 2 euro al chilo”.

Per l’olio extravergine d’oliva venduto negli States il prezzo salirebbe da 12,38 euro al litro a 24,77 euro al chilo (attualmente non c’è dazio sull’olio). E pure la pasta – continua la Coldiretti – aumenterebbe sulle tavole americane a 3,75 euro al kg rispetto agli attuali 2,75 euro al kg. Per penne e spaghetti il dazio è in media di 6 centesimi al kg.

E in pericolo c’è pure il Prosecco, il vino italiano più esportato all’estero che ha visto gli Stati Uniti diventare nel primo semestre del 2019 il principale mercato davanti alla Gran Bretagna, grazie a un aumento in valore del 41%. Il prezzo negli States volerebbe da 10-15 euro a bottiglia a 20-30 euro a bottiglia.

“In gioco ci sono dunque settori di punta dell’agroalimentare nazionale in Usa a partire dal vino che con un valore delle esportazioni di 1,5 miliardi di euro nel 2018 è il prodotto Made in Italy più colpito, l’olio di oliva le cui esportazioni nel 2018 sono state pari a 436 milioni, la pasta con 305 milioni, formaggi con 273 milioni” conclude Coldiretti.