Dazi Usa: entrano i vigore tariffe reciproche, in Cina toccano il 104%. Borse in rosso, crolla Nikkei

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Nuovo picco per le tensioni commerciali globali con l’entrata in vigore, oggi 9 aprile, dei cosiddetti “dazi reciproci” imposti dagli Stati Uniti a 60 Paesi. La misura, firmata dal presidente Donald Trump, prevede tariffe doganali sulle esportazioni verso gli USA variabili dall’11% al 50%, ma la Cina è stata colpita con un impressionante 104%, che segna un’escalation nella guerra commerciale tra le due potenze economiche mondiali.
La Cina nel mirino: dazi record al 104%
La decisione di Washington arriva dopo settimane di negoziati falliti con Pechino. La Casa Bianca ha giustificato l’aumento delle tariffe come una risposta diretta alle “politiche commerciali sleali” della Cina.
“Se la Cina non ritira le sue contromisure, continueremo ad agire per proteggere i nostri interessi”, ha dichiarato Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca.
La Cina, da parte sua, ha promesso di “lottare fino alla fine”, annunciando ulteriori misure ritorsive contro le importazioni statunitensi.
“La minaccia degli Stati Uniti di inasprire i dazi sulla Cina è un errore su un altro errore”, ha fatto sapere il Ministero del Commercio cinese. “La Cina non lo accetterà mai. Se gli Stati Uniti insistono sulla loro strada, combatteremo fino alla fine”.
Reazioni dei mercati: Borse asiatiche in rosso
L’impatto immediato sui mercati finanziari è stato significativo. Torna a perdere pesantemente dopo il rimbalzo di ieri la Borsa di Tokyo. L’indice Nikkei chiude con un -3,93% a 31.714,03 punti, mentre lo yen, valuta rifugio di fronte all’incertezza, è balzato rispetto al dollaro. Segno negativo anche per il Topix che ha perso il 2,40% a 2.349,33 punti. Vendite sulle azioni legate all’Automotive con Nissan che perde il 6,99%, Toyota -2,59%, Suzuki -4,45%, Honda -3,14%.
In Asia anche Hong Kong ha registrato un calo dell’1,6%. Mosca bianca Shanghai che ha chiuso in progresso dell’1,3%, beneficiando delle indiscrezioni riportate da Reuters, secondo cui i principali leader cinesi hanno intenzione di convocare un incontro già oggi per discutere misure volte a rilanciare l’economia e stabilizzare i mercati dei capitali.
Per David Pascucci – Analista dei Mercati per XTB, i mercati esprimono ancora forza al ribasso, complice una volatilità ancora molto elevata con l’Europa che rischia di testare nuovi minimi.
“La possibilità di vedere un test dei minimi con annesso recupero rimane ancora alta. Attenzione quindi a dare per scontato il trend ribassista, la volatilità estrema e la dinamica di lungo dei prezzi é da bear market, un mercato che solitamente alterna forti fasi di ribasso con rimbalzi altrettanto corposi.
Trump a TSMC: “O producete qui, o dazi al 100%”
Parallelamente alla stretta sui partner commerciali, Trump ha intensificato la pressione su Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), il più grande produttore indipendente di semiconduttori al mondo, con sede principale presso lo Hsinchu Science Park di Hsinchu (Taiwan).
Ieri, durante un evento del Comitato Nazionale Repubblicano del Congresso, Trump ha dichiarato di aver avvertito TSMC che avrebbe imposto dazi del 100% sui semiconduttori importati se l’azienda non avesse aumentato la produzione negli Stati Uniti. Questo messaggio si inserisce in una strategia più ampia volta a ridurre la dipendenza americana dai chip prodotti in Asia.
TSMC aveva già annunciato un investimento di 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti per costruire nuovi impianti in Arizona, ma sembra che questo non sia sufficiente per soddisfare le richieste della Casa Bianca. “Non possiamo più permetterci di dipendere da forniture estere per tecnologie critiche”, ha affermato Trump, sottolineando l’importanza strategica dell’autosufficienza tecnologica.
Cosa dicono gli analisti
Per Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management è probabile che la volatilità sui mercati persista nelle prossime settimane, mentre gli investitori continueranno a cercare di interpretare gli obiettivi reali dell’amministrazione Trump. In particolare, lo scenario di base prevede che, dopo una fase iniziale di ulteriore aumento delle tariffe, le imposte effettive statunitensi inizieranno a diminuire a partire dal terzo trimestre, spinte da crescenti pressioni legali, economiche e politiche, oltre che dalla possibilità di accordi specifici con singoli Paesi o settori.
In parallelo, Haefele prevede che la Federal Reserve possa tagliare i tassi d’interesse di 75-100 punti base per sostenere l’economia. In questo contesto è plausibile un recupero dell’S&P 500 fino a 5.800 punti entro la fine dell’anno. Tuttavia – conclude – gli investitori dovrebbero prepararsi a ulteriori ribassi nel breve termine: sebbene non si possano escludere del tutto un cambio di rotta da parte dell’amministrazione Trump o interventi della magistratura, è più realistico aspettarsi un peggioramento del flusso di notizie nel breve periodo, incluse possibili misure di ritorsione da parte dell’Unione Europea e la revoca delle esenzioni per i settori farmaceutico e dei semiconduttori.