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Trump e dazi, cosa rischia l’Italia

La minaccia di dazi Usa si abbatte sull’Europa. Nella sua prima apparizione virtuale al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, il neo presidente americano Donald Trump, è stato chiaro: “Gli europei ci trattano molto, molto male e se non correggeranno gli squilibri commerciali dovranno pagare i dazi. Con l’Unione europea abbiamo un deficit di 350 miliardi di dollari”.

Facendo eco a commenti precedenti, Trump, parlando del Vecchio Continente ha aggiunto: “Rendono molto difficile portare i prodotti in Europa, eppure si aspettano di vendere e vendono i loro prodotti negli Stati Uniti. Abbiamo centinaia di miliardi di dollari di deficit con l’UE e nessuno è contento. E noi faremo in modo di risolvere il problema”. Trump ha poi proseguito: “In sostanza non accettano i nostri prodotti agricoli e non accettano le nostre auto, eppure ce ne mandano a milioni. Mettono dazi su cose che noi intendiamo fare… Ci sono delle grosse lamentele nei confronti dell’UE”.

I numeri dello scambio Usa-Ue

Le relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea (UE) sono tra le più significative a livello globale, con uno scambio di beni e servizi che nel 2023 ha raggiunto circa 1.540 miliardi di euro.  Tuttavia, queste relazioni sono caratterizzate da squilibri significativi, che riguardano più i beni che i servizi.

Nel 2023, l’Ue ha esportato 503,8 miliardi di euro di beni negli Stati Uniti e ne ha importati 347,1 miliardi, secondo Eurostat. Ovvero un surplus commerciale di quasi 157 miliardi di euro a favore dei 27. Cifra che per dipartimento del Commercio americano è ancora più alto, ovvero si aggira attorno ai 200 miliardi di dollari.

Questo surplus è particolarmente pronunciato per alcuni paesi europei:

  • Germania: surplus di 86 miliardi di euro.
  • Italia: surplus di 42 miliardi di euro.
  • Irlanda: surplus di 31 miliardi di euro

Sebbene il commercio di beni mostri un surplus per l’UE, la situazione si inverte quando si considerano i servizi, principalmente trasporti aerei o marittimi, servizi di telecomunicazioni, la consulenza aziendale o quella finanziaria. Nel 2023, l’UE ha esportato servizi per 292,4 miliardi di euro e ne ha importati per 396,4 miliardi, generando un deficit commerciale europeo di 104 miliardi di euro. Secondo i calcoli del dipartimento del Commercio americano, il saldo a favore degli Stati Uniti è leggermente inferiore alle stime europee, a 76,5 miliardi di dollari.

I rischi per l’Italia

Con l’arrivo degli annunciati nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump l’Italia rischia un calo dell’export di oltre 11 miliardi. A fare i conti è Confartigianato, secondo cui la stretta protezionistica americana avrebbe effetti significativi sulle aziende italiane

Gli Stati Uniti – spiega l’associazione – rappresentano infatti il secondo mercato, dopo la Germania, per il maggior valore del nostro export 66,4 miliardi, pari al 10,7% del totale – e hanno visto un boom delle nostre vendite (+ 58,6%, pari a 24,9 miliardi di euro) tra il 2018-2023.

Nel 2024 il made in Italy ha conquistato il mercato statunitense soprattutto con i prodotti farmaceutici (+19,5%), alimentari, bevande e tabacco (+18%), apparecchi elettrici (+12,1%), macchinari (+3,7%), gomma, plastiche, ceramica e vetro (+3,2%), legno, stampa e carta (+2,4%).

Ora l’imposizione di dazi addizionali, nelle ipotesi del 10% o del 20%, farebbe calare le nostre esportazioni verso gli Stati Uniti, rispettivamente, del 4,3% o addirittura del 16,8%.

A risentire di più delle possibili ripercussioni delle scelte protezionistiche della nuova amministrazione guidata da Trump, sarebbero, in particolare, i settori con la maggiore presenza di micro e piccole imprese nella “moda, mobili, legno, metalli, gioielleria e occhialeria che nel 2024 hanno esportato negli usa prodotti per 17,9 miliardi”.