Economia

Dal boom alla paura della recessione in poche settimane, ora l’economia Usa è in bilico

Dall’euforia per le politiche di deregulation al panico per una recessione. A poche settimane dall’insediamento di Donald Trump, l’umore degli investitori è cambiato in modo repentino per le politiche commerciali protezionistiche messe in atto dall’amministrazione repubblicana. Ma non solo. Un gruppo di analisti sempre più nutrito, vede una recessione dietro l’angolo.

Pimco alza probabilità di recessione al 35%

È di questa idea Alec Kersman, managing director e responsabile dell’Asia-Pacifico di Pimco che, in occasione di un evento della CNBC tenutosi mercoledì a Singapore, ha spiegato che le probabilità che gli Stati Uniti subiscano una recessione nel 2025 sono aumentate, dal 15% stimato a dicembre scorso al 35% attuale proprio per via dell’implementazione dei dazi.

Kersman ha comunque sottolineato che lo scenario di base della società prevede una crescita dell’economia statunitense compresa tra l’1% e l’1,5%, che rappresenta comunque un’espansione, nonostante rappresenti “un calo piuttosto significativo” rispetto alle aspettative precedenti.

Anche Goldman Sachs ha rivisto in rialzo, anche se non in modo drastico, le stime di recessione. La banca di Wall Street vede ora il 20% di possibilità di recessione nei prossimi 12 mesi, rispetto al 15% precedente.

“A questo punto abbiamo alzato solo di poco la previsione perché riteniamo che i cambiamenti politici siano il rischio principale e la Casa Bianca ha la possibilità di fare marcia indietro se i rischi negativi cominciano a sembrare più seri”, hanno scritto gli economisti in una nota ai clienti. Tuttavia “se la Casa Bianca rimanesse fedele alle sue politiche anche di fronte a dati molto peggiori, a quel punto il rischio di recessione aumenterebbe ulteriormente”.

Lunedì scorso, anche l’ex segretario al Tesoro Larry Summers ha dichiarato alla CNN che esiste una “reale possibilità” di recessione.

“C’è la possibilità concreta di un circolo vizioso in cui l’indebolimento dell’economia porta all’indebolimento dei mercati e l’indebolimento dei mercati porta all’indebolimento dell’economia”, ha dichiarato in un’intervista in onda.

..ma c’è chi non è d’accordo

Ma non tutti sono d’accordo. La realtà  – come fa notare un’analisi della CNN  – è  che l’economia statunitense non sembra essere vicina a una recessione.

“Alla fine dell’anno scorso la crescita era costante. Il primo trimestre non è ancora finito. E il mercato del lavoro era ancora in crescita a gennaio e febbraio. Insomma, è troppo presto per dire che l’economia è destinata a una recessione, una profonda flessione tipicamente segnata da una perdita massiccia di posti di lavoro, fallimenti e pignoramenti” .

C’è poi il fatto, fanno notare gli esperti della CNN – che i  precedenti timori di recessione erano, con il senno di poi, decisamente esagerati.

“Ricordiamo l’allucinazione per la recessione del 2022, che ha visto alcuni indicare una probabilità di recessione del 99%. Tuttavia, la cattiva notizia è che gli economisti affermano che il rischio di recessione è di fatto aumentato, anche se da livelli relativamente bassi. E l’incertezza sull’agenda economica di Trump – soprattutto la confusione sui suoi piani tariffari – è una parte importante del problema”.

È di questa idea David Kelly, chief global strategist di JPMorgan Asset Management:

“Questa è un’economia molto resistente. Può sopportare le difficoltà e continuare a funzionare. Ma non le piace questa incertezza”, ha spiegato, aggiungendo che l’economia e il mercato stanno soffrendo di una “tassa sull’incertezza” causata dalle domande sui dazi di Trump, sui tagli alla spesa federale e sui licenziamenti di massa dei lavoratori federali.