Economia

D-day manovra: Conte incontra Juncker, deficit al 2,05%

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Il premier Giuseppe Conte ci crede: le trattative sulla manovra con Bruxelles andranno a buon fine. Lo ha ribadito ieri nella sua informativa di in Parlamento, spiegando che quando oggi vedrà il presidente della Commissione Jean Claude Juncker, non gli presenterà “un libro dei sogni”, ma “uno spettro concreto del progetto riformatore dell’esecutivo”.

Il presidente del consiglio si è detto anche convinto di essere in

“possesso dei dati macroeconomici per dimostrare che la manovra è stata strutturata per rispondere alle esigenze del Paese certamente all’interno del perimetro tracciato dai vincoli e dalle regole di finanza pubblica che derivano dall’adesione all’Ue e dall’appartenenza all’Eurozona”.

Proprio per trovare un accordo sulla manovra ed evitare la procedura di infrazione sul debito, secondo il Messaggero, “nelle ultime 24 ore i vertici tecnici si sono susseguiti. Il fondo da 16 miliardi nato per finanziare la riforma Quota 100 delle pensioni e il Reddito di cittadinanza, sarà ridotto di 3,5 miliardi. Due miliardi di risparmi per il 2019, arriveranno dalla parte pensioni, un altro miliardo e mezzo dal Reddito di cittadinanza”. Sulle pensioni, tuttavia, “nei due anni successivi la spesa prevista è maggiore di quella indicata fino ad oggi nei documenti di bilancio: invece di 7 miliardi, nel biennio successivo ne servirebbero 8”.

Ma è soprattutto sul tetto del deficit che si gioca la partita con Bruxelles. Secondo il quotidiano romano,

“Ai tavoli tecnici, dopo un lavoro di limatura complesso, si sarebbe riusciti ad arrivare ad un deficit di 2,05-2,08%. Un risultato per raggiungere il quale è stato fatto un lavoro extra sul lato dei tagli alla spesa, dai quali potrebbe arrivare una dote di due miliardi di euro. La Lega preme per rafforzare la Web Tax, su cui M5s frena. E per rafforzare la discesa nel 2020 e nel 2021 c’è anche l’idea di far scattare del tutto gli aumenti Iva (ora parzialmente disinnescati), rinviando alla prossima manovra un eventuale blocco. Ma niente viene dato per acquisito e non tutte le riserve sarebbero state sciolte”.