Economia

Crisi del gas, tutte le mosse dei governi europei

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La crisi del gas ci indirizza verso un inverno di “passione”, con le forniture russe sempre più in bilico a causa del conflitto in Ucraina. Per ovviare ai rischi di razionamento per famiglie imprese, i governi di tutta Europa (eccetto la Gran Bretagna, come vedremo) si sono mossi in anticipo e hanno varato misure straordinarie. Nell’analisi di seguito approfondiremo quali scelte sono state fatte nei Paesi più importanti del Vecchio Continente.

Le scelte simili sul gas di Italia e Spagna

Partiamo dalla nostra Italia. Termosifoni giù di un grado e accesi per un’ora in meno al giorno, sia nelle case che negli edifici pubblici. Queste le indicazioni a grandi linee del piano di risparmio del gas che il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha predisposto per condurci in sicurezza verso la bella stagione del 2023. In attesa di capire quali saranno poi le ulteriori mosse che metterà in atto il nuovo governo di centrodestra ancora in fase di “gestazione”.

Capitolo Spagna. Anche qui si punta dritto al risparmio energetico. Ridurre il consumo di gas almeno del 5,1% entro marzo, ma puntando al 13,5%: è questo uno dei principali obiettivi di un nuovo piano di risparmio energetico del governo spagnolo, in linea con le politiche promosse da Bruxelles viste le difficoltà provocate soprattutto dalle conseguenze della guerra in Ucraina.

La Germania spende, la Francia risparmia

Spostandoci in Germania, che ha una capacità di spesa sicuramente maggiore rispetto a Roma e Madrid, vediamo una strategia ben diversa. Qui si punta ad accaparrarsi comunque l’energia necessaria con un maggior esborso. Un maxi-scudo da 200 miliardi proteggerà infatti Berlino dall’impennata dei prezzi energetici, dalla recessione data per certa tra fine 2022 e inizio 2023 ma anche dall’inflazione. Una scelta che ha irritato l’Italia e gli altri Paesi Ue, che spingevano per una soluzione condivisa come il tetto al prezzo del gas.

Volando in Francia, si ritorna a una logica di risparmio. Il governo transalpino ha presentato in via ufficiale il piano di sobrietà energetica con cui l’Esagono mira a superare l’inverno riducendo del 10% il proprio consumo di energia. “Costerà in tutto 800 milioni di euro”, ha spiegato la ministra della Transizione energetica, Agne’s Pannier-Runacher.

Il flop di Londra sul gas

E poi, dulcis in fundo, c’è chi come la Gran Bretagna non ha pianificato ancora nulla. Gli inglesi hanno una maggiore indipendenza dal gas russo rispetto agli altri Paesi europei e pensavano di essere coperti per i prossimi mesi, invece da un recente report è emerso come Londra non sarebbe più in grado di assicurare le forniture necessarie a scongiurare blackout tra dicembre e marzo 2023. La conclusione della ricerca avrebbe indotto i relatori a suggerire, in caso di emergenza, un razionamento di 3-4 ore della fornitura.

Insomma, sembra davvero di essere tornati indietro di 50 anni. Il Regno Unito rischia di trovarsi ad affrontare nuovamente i blackout invernali, come fu negli anni ’70. Italia, Spagna e Francia puntano a una riduzione ragionata dei consumi. Mentre Berlino allenta i cordoni pur di garantire ai propri cittadini una fornitura energetica sufficiente e a prezzi accettabili. Quale sarà la strategia migliore, ce lo dirà solo il tempo.