Economia

Crisi del gas, arriva il tetto al prezzo della Commissione Ue. Cosa prevede

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Dopo una lunga attesa, in zona Cesarini arriva il tetto al prezzo dl gas targato Commissione Ue. Un tetto, fissato a 275 euro, più del doppio rispetto ai livelli attuali, da attivare solo in caso di emergenza. E sul quale ora i governi dovranno trovare l’accordo a incominciare dal primo confronto di domani, giovedì 24 novembre, tra i ministri dell’Energia.

La proposta dell’esecutivo Ue arriva nel giorno in cui Gazprom ha minacciato di ridurre, a partire da lunedì 28 novembre, i flussi di gas attraverso l’Ucraina, ultima rotta del gas russo verso l’Europa, in risposta al fatto che l’Ucraina tratterrebbe parte del metano destinato alla Moldavia. “Dalle 10 del 28 novembre Gazprom inizierà a ridurre la fornitura di gas al gis (stazione di compressione, ndr) di Sudzha per il transito attraverso l’Ucraina per un quantitativo pari a quello giornalmente non consegnato”, afferma Gazprom sul suo canale Telegram, accusando Kiev di essersi impossessata di 52,52 milioni di metri cubi di gas. Ricordiamo che, ogni giorno, transitano attraverso l’Ucraina circa 42 milioni di metri cubi di gas russo.

Tetto al prezzo del gas: come funziona

Entrando nel dettaglio del disegno legislativo della Commissione europea sul tetto al prezzo del gas, quest’ultimo prevede:

Soglie: Il tetto proposto da Bruxelles può scattare solo se il prezzo del gas sul Ttf di Amsterdam supera i 275 euro per megawattora per due settimane e “quando lo spread tra il prezzo sul Ttf e il prezzo globale del Gnl è pari o superiore a 58 euro per dieci giorni di transazioni”. L’ha detto la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, in conferenza stampa. “Questa è la condizione cruciale per assicurare che l’intervento” di correzione sul mercato “avvenga soltanto quando i prezzi Ttf del gas non riflettono più i fondamentali del mercato” ed è “cruciale anche per garantire che saremo in grado di continuare ad attrarre Gnl in questo momento difficile per l’Ue”, ha evidenziato.

Attivazione:  il meccanismo potrebbe essere attivato dal 1° gennaio 2023 e avrebbe la ha validità per un anno, con una clausola di revisione al 1° novembre 2023 per stabilire un’eventuale proroga. Per azionarlo, la Commissione deve richiedere un parere alla Bce, all’Esma e all’Esrb sugli impatti sulla sicurezza degli stock, sui flussi e sulla stabilità  finanziaria. Il meccanismo può essere sospeso immediatamente in qualsiasi momento.

Controlli: è inoltre prevista la supervisione costante da parte dell’Esma, della Bce, dell’Acer, del Gruppo di coordinamento sul gas e della Rete europea dei gestori dei sistemi di trasmissione del gas (Entso-G).

I dubbi sulla proposta della Commissione

Se l’obiettivo della Commissione Ue è arrivare ad un accordo politico finale alla riunione, questa volta ordinaria, dei ministri dell’Energia Ue del 19 dicembre 2022, il rischio, tuttavia, è che il tetto al prezzo del gas dell’esecutivo Ue scontenti tutti. Da un lato chi, come Italia, Grecia, Polonia, Belgio e Spagna, chiede ormai da marzo un tetto che abbia efficacia. Dall’altro lato, le capitali tradizionalmente scettiche – Berlino e L’Aja, su tutti – hanno già avanzato le proprie riserve. “La proposta contiene un elenco di domande senza risposta su rischi, benefici e funzionamento interno del meccanismo. E’ come mettere l’airbag in macchina prima di iniziare a guidare o solo dopo l’incidente”, ha spiegato una fonte diplomatica europea interpretando i dubbi dei Paesi del Nord.

A fine giornata, nel frattempo, il deterrente europeo non è parso funzionare: il gas sulla borsa di Amsterdam ha chiuso in leggero rialzo, a 119 euro, meno della metà rispetto al tetto fissato dall’esecutivo Ue.