Economia

Crisi debito: cosa succede se i Piigs lasciano l’euro: tutti gli scenari

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New York – Il rischio di una spaccatura dell’area euro e’ ancora elevato nelle menti degli investitori. Anche se meno intense di sei mesi fa, le paure persistono. Quasi un money manager su due prevede che almeno un paese lasci l’Eurozona.

E’ quanto emerso in un sondaggio condotto lo scorso mese da Bank of America Merrill Lynch, riportato dall’agenzia di stampa Reuters. La societa’ di servizi tecnologici SunGard, che ha tratteggiato piu’ scenari possibili per la regione in crisi, sostiene che se Grecia e Portogallo abbandoneranno il gruppo a 17, l’euro si rafforzerebbe del 15% sul dollaro, mentre i rendimenti calerebbero del 20% e l’azionario subirebbe una perdita del 15%. Gli spread sul credito aumenterebbero, invece, del 20%.

Se tutti i Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) dovessero tornare alle rispettive divise nazionali, il balzo della moneta unica nei confronti della valuta americana sarebbe pari al 25%, mentre le borse della regione accuserebbero un tonfo del 20%.

Wall Street lascerebbe sul campo il 15% come effetto del fenomeno. I titoli bancari cederebbero il 25% e gli spread sul credito (indice ITRAXX finanziari) incremento di fino al 100%, il che implicherebbe perdite pesanti di sino al 20% per il debito aziendale. L’indice di volatilita’ VIX supererebbe i 50 punti.

Lo scenario piu’ pessimista possibile, che vede un crack totale dell’area euro, provocherebbe un effetto apocalittico: -40% per le borse europee, -30% per azionario mondiale e Usa, rendimenti dell’euro in calo del 75%, ITRAXX europeo e spread sul credito dei finanziari in aumento del 150% e 200%, rispettivamente.

I prezzi del petrolio scenderebbero in qualsiasi scenario possibile, da un =5% in caso di abbandono della sola Grecia, fino a un tracollo del 50% nel caso di un crack totale. La sterlina guadagnera’ quota contro l’euro del 5-25%.

I risultati calcolano l’impatto che avrebbe un eventuale spaccatura – nelle sue varie forme – su una durata di tre mesi, che parte da otto settimane prima e si conclude sei settimane dopo lo shock destabilizzante.